«Resteremo qui con voi per i decenni a venire, fino a quando l’ultima goccia d’acqua non sarà stata scaricata in modo sicuro». Parola di Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha dato ilvia libera ufficiale al rilascio delle acque radioattive trattatee stoccate in grandi serbatoi vicino alla centrale nucleare diFukushima. Grossi ha annunciato i risultati dell’indagine indipendente chiesta dallo stesso Governo nipponico nel 2021, durante un viaggio in Giappone, Corea del Sud e nelle isole del Pacifico “per rispondere anche alle preoccupazioni”, ha sottolineato in un recentearticoloilWashington Post.Per 2 anni le acque dell’impianto sono state campionate dai tecniciAieae il piano di Tokyo, alla fine, è risultato coerente con gli standard di sicurezza internazionali: secondo gli esperti,l’impatto radiologico sulle persone e sull’ambiente sarà “trascurabile”. Eppure, su quel milione e mezzo circa di tonnellate diacqua radioattivagiàtrattata(ma non depurata dal trizio, il terzo isotopo dell’idrogeno) che verràimmessa nell’Oceano Pacifico a partire da questa estate e per i prossimi 3 decenni, si stanno scontrando le diplomazie:Cinae Corea del Sud, in particolare, hanno espresso forti perplessità, così come le stesse industrie della pesca e la stessa opinione pubblica giapponese. Da un parte, sottolinea ilWashington Post,ci sono lediffidenze nazionali verso laTokyo Electric Power Co.(Tepco), fortemente criticata nel 2011 per aver minimizzato la gravità del disastro nei primi giorni dopo il violento terremoto e il conseguente tsunami che devastò l’impianto: il 7 luglio la società ha comunque ricevuto dall’agenzia giapponese di regolamentazione nucleare l’approvazione per“liberarsi” delle acque equivalenti a 500 piscine olimpionichein mare aperto, tramite un tunnel sottomarino a un chilometro dalla costa del Giappone. Dall’altra, ci sono lecritiche della Cina all’esame dell’Aiea, che si sarebbe limitato solo a valutare losversamentoin aperto oceano ma non avrebbe preso in considerazionealtri modi per smaltire le acque stoccate(e sempre meno capienti, a causa delle infiltrazioni delle piogge e delle falde sotterranee). “Pechino ha minacciato di imporre divieti all’importazione di prodotti alimentari giapponesi una volta che l’acqua sarà scaricata” scrive ilPost. La stessa comunità scientifica non concorda sull’impatto a lungo termine delle basse dosi di radiazioni sull’essere umano e sul pescato e chiede ulteriori analisi. Forticritiche anche dalla Corea del Suddove migliaia di persone hannomanifestatoper chiedere al presidente Yoon Suk-yeol di fermare i piani di Tokyo. Tra le prime conseguenze del panico generato dal rilascio a Fukushima c’è l’aumento del prezzo del sale marino, che a Seoul è schizzato alle stelle. Tuttavia, il 7 luglio un gruppo di lavoro del Governo sudcoreano ha appoggiato il piano del Giappone, definendolo sicuro. Ma “si prevede che la questione rappresenti un importante punto critico in vista delle elezioni legislative del 2024 e il Partito Democratico all’opposizione, ha denunciato il gruppo di esperti e il governo Yoon per la loro complicità nel piano di scarico nell’oceano” scrive ilWashington Post. Il quotidiano statunitense sottolinea anchecome avverrà il processo di smaltimento: le acque reflue sarannodiluite a 1.500 becquerel(l’unità di misura della radioattività)di trizio per litro di acqua pulita,quindi “molto al di sotto” degli standard normativi internazionali secondo il Governo giapponese (per l’Onu è 10.000). Iltrizioesiste anche nell’acqua del rubinetto, nella pioggia e nell’aria e viene già scaricato nei fiumi e negli oceani dagli impianti nucleari di tutto il mondo «a concentrazioni più elevate rispetto all’acqua trattata che verrà rilasciata da Fukushima – ha dichiarato alPostTony Irwin, esperto di energia nucleare e professore dell’Australian National University -Se andiamo a fare una TAC riceviamo dosi di radiazioni più volte superiori senza alcun danno.I livelli bassi non sono un problema, quelli molto alti sì». Non c’è ancora una data ufficialeper l’inizio del processo di rilascio, ma di certo segnerà un momento importante nella storia drammatica dell’impianto diFukushimache l’11 marzo 2011 subì le conseguenze del più forte sisma mai registrato nella storia del Paese, di magnitudo 9. Lotsunamiderivato provocò un’ondata di acqua marina che causò la fusione catastrofica di 3 dei 4reattori nuclearidella centrale. È stato il secondo disastro nucleare dopo Chernobyl a essere classificato di livello 7 della scala Ines dell’Aiea, la gravità massima.
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