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Invalsi: quanto sono preparati gli studenti?

 

Ilrapporto Invalsi 2023ha coinvolto oltre12.000 scuole italiane,sottoponendopiù di 1 milione di allievidella scuolaelementare, circa570.000 delle scuole mediee oltre1 milionedellesuperioria test di valutazione per sondare il loro livello di preparazione. I risultati complessivi mostrano una situazione dimaggiore difficoltà nelle scuole delSud, dove si fatica giàdalle elementaria raggiungere gli obiettivi di apprendimento stabiliti come minimi. A livello nazionale, tuttavia,3 studenti delle medie su 5 hanno una preparazione soddisfacente, mentre allesuperioriil50% è carente in matematica e il 49% in italiano. Va meglio con l’inglese: in questo caso la crescita nel livello di preparazione nelReadinge nelListeningè costante dal 2021. Secondo la ricerca, genere, regolarità negli studi, contesto economico-sociale della famiglia di provenienza e l’ambiente geografico in cui si vive influiscono sui risultati che gli studenti hanno conseguito nel test. In particolare, se il genere è meno rilevante sul fronte delle materie umanistiche (le ragazze hanno l’1% in più del punteggio rispetto ai maschi),inmatematicale studentesse raggiungono fin dalle elementari il 6% in meno dei risultati rispetto ai loro compagnie il divario si mantiene costante fino alle superiori. Illuogo di origineè, tuttavia, il fattore che pesa maggiormente. Già dalla scuolaprimariasi osservano esiti inferiori nel caso di studenti che hanno un background migratorio: questi raggiungono punteggi del22% in meno rispetto ai loro compagni nati e cresciuti in Italia, una differenza che scende al 16% quando gli studenti sono “stranieri di seconda generazione”. Alle medie il divario per coloro che sono da poco in Italia cresce fino al 27% per poi tornare al livello delle elementari quando gli studenti accedono alle superiori. Per la matematica, invece, la differenza è quasi dimezzata. Allo stesso tempo,dalle elementari fino alle superiori, Sud eIsoleriportano una situazione più criticanei risultati in confronto al Nord Italia. I picchi riguardano soprattutto le materie scientifiche. Sebbene la maggior parte degli studenti della scuola primaria raggiunga almeno una fascia individuata dalla ricerca come livello di conoscenza base in matematica, in alcune Regioni meridionali i risultati del test sono inferiori del 40% rispetto a quelli raccolti nelle scuole del Settentrione. Anche alle medie le notizie non sono buone. In regioni come Calabria e Sicilia, infatti, i punteggi si rivelano più bassi del 50%. Ilrapporto Invalsi 2023può inoltre rappresentare una lente perleggere gli effetti della pandemiasui giovanistudenti. Il calo rilevante tra i risultati registrati in italiano alle elementari come alle superiori tra 2019 e 2023, per esempio, sembra mostrare unostrascico delle conseguenze del lockdownsull’apprendimento e la preparazione degli allievi che va oltre il breve periodo. Ma a pesare su bambini e ragazzi è anche ladispersione scolastica. Oltre al problema rappresentato da chi lascia la scuola prima di concludere gli studi, il report fotografa un altro aspetto della dispersione: anchechi conclude il ciclo scolastico non possiede sempre il bagaglio di competenze minimeche avrebbe dovuto raggiungere nel suo percorso. Questa situazione può mettere il giovane in difficoltà quando entra nelmondo del lavoroe impedire a lui o lei di raggiungere i risultati sperati. In questo caso si parla di “dispersione implicita o nascosta”, un fenomeno che nel 2019 si attestava al 7,5% e al9,8% nel 2021, probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 la dispersione ha iniziato a ridursi equest’anno segna l’8,7%. La maggiore fragilità scolastica colpisce però ancora una volta ilSud, soprattutto inCampania, dove la mancanza di interventi strutturali condanna quasi1 studente su 5 a non possedere le conoscenze di base quando finisce le superiori.

Redazione

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