L’impatto dellacrisi energeticache ha investito l’Europa negli ultimi anni ha scosso economicamente il settore dellePiccole e medie imprese, investito dalrincaro delle bollettee dagli effetti inflattivi su tutta la filiera. Di fronte a questo stravolgimento macroeconomico, lePmieuropee considerano ladipendenza dalle risorse fossili una delle cause principali di questi aumenti. Questo è il quadro che emerge dal nuovo reportRenewable Energy as a Path to ResiliencepubblicatoBeyond Fossil Fuels,coalizione di organizzazioni che lavora per accelerare la transizione ecologica grazie all’eliminazione dei combustibili fossili. Secondo lo studio,più del 50%delle Piccole e medie imprese europee ha subitoeffetti negativi a causa del rincaro dei prezzi del petrolio, del carbone e del gas naturale.In particolare, quest’ultima risorsa ha conosciuto un’impennata dei prezzi a causa delle tensioni generate dall’invasione dell’Ucraina e il blocco delle forniture russe. La ricerca è stata condotta daYouGovtramite una serie di sondaggi in 6 Nazioni europee (Italia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Repubblica Ceca), mettendo al centro il mondo delle Pmi che in Ue conta su più 30 milioni di aziende con oltre il 60% dei posti di lavoro coperti. Rispetto alla media europea,la stragrande maggioranza delle imprese italiane (76,6%)ha lamentato unimpatto notevole a causa della crisiin corso, con ricadute sulla produzione e vendita dei loro prodotti, fraaumento dei prezzi dei beni e dei servizi.Questa combinazione di fattori negativi ha fatto diminuire i profitti aziendali e la produttività, tanto che il77%degli intervistati ha affermato di aver attuato una serie dimisure emergenzialie notevoli sacrifici perevitare illicenziamentodel personale. Il62%delle Pmi italiane ha giudicato in manieranegativala dipendenza dell’Italia dallerisorse fossili,cosa che le sta spingendo verso l’implementazione delle energie rinnovabilie dell’efficienza energetica.Per il 77% delle imprese la transizione ecologica può diventare una priorità, a patto di ottenere una semplificazione amministrativae burocratica in grado di garantire degli incentivi utili per rinnovare il tessuto industriale. SecondoLuca Iacoboni, responsabile relazioni esterne e strategia per la decarbonizzazione del think tank ambientalistaECCO, il Belpaese deve compiere ulteriori passi per realizzare una transizione rapida ed efficace:«L’Italia è stata colpita duramente dalla crisi dell’energia. Una delle cause di un impatto così accentuato è stata l’enormedipendenza dal gas fossile.Tre quarti delle Pmi italiane hanno dovuto affrontare un enorme aumento dei costi, con conseguenze di vasta portata per la loro competitività e anche per i clienti finali. Questo segmento di economia, così importante per l’Italia,considera oggi le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica come i pilastri fondamentaliper accrescere la loro competitività e garantirsi un futuro economicamente sostenibile. La revisione del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (Pniec), attualmente in corso in tutta Europa e anche in Italia, sarà la cartina di tornasole per comprendere se l’Italia vuole continuare a dipendere dalle importazioni di fossili o, al contrario, ricercare la sicurezza energetica con tecnologie più competitive, sostenibili e vantaggiose per i propri comparti produttivi».
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