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Brasile: l’omotransfobia sarà punibile con il carcere

 

La Corte Suprema delBrasileha stabilito che gli atti di omofobia e transfobia saranno riconosciuti come reato di discriminazione razziale. La decisione è stata accolta positivamente dagli attivisti per i diritti in un Paese che registra una violenza dilagante contro la comunità Lgbtq+. A maggio l’Osservatorio dei decessi e delle violenze contro le persone Lgbtq+ in Brasile ha pubblicatoun dossierin cui rivela chenel 2022 si sono verificate 273 morti violente di persone appartenenti alla comunità arcobaleno, la maggior parte (58,24%) delle vittime erano persone trans. Il Paese da 203 milioni di abitanti è il più mortale al mondo per le persone transgender, con 1.741 persone uccise dal 2008 al 2022. Nel 2019 un’altra sentenza della Corte Suprema delBrasileaveva stabilito chel’omofobia era un crimine, proprio come il razzismo, ma quella decisione si applicava agli insulti contro la comunità Lgbtq+ nel suo insieme, non agli attacchi contro individui specifici. L’Associação Brasileira de Lésbicas, Gays, Bissexuais, Travestis, Transexuais e Intersexos(Abglt) ha fatto ricorso perché riteneva l’equiparazione necessaria per garantire la protezione della persona oltre che della collettività. Questa settimana la Plenaria della Corte Suprema Federaleha riconosciutoche “gli atti offensivi commessi contro le persone della comunità Lgbtqiapn+ (che comprende le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer/questioning, intersessuali, asessuali/arromantiche/agender, pansessuali, non binarie e altro ancora,ndr) possono essere classificati come insulti razziali”. La Corte ha riconosciuto “l’omissione del Congresso nazionale di criminalizzare la discriminazione basata sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale”, stabilendo chel’omotransfobia debba essere inclusa nella tipologia di reato definita nella “Legge sul razzismo”del 1989, fino a quando la legislatura non emanerà una legge ad hoc. Il giudiceEdson Fachinha spiegato che nellasentenzaHabeas Corpus154248, da lui stesso redatta, la Corte Suprema Federale aveva già riconosciuto che il reato di insulto razziale costituisce una categoria del reato di razzismo, che è imprescrittibile (il termine di prescrizione non è applicabile). ComeriportaPink News, l’Abgltha sostenuto che, poiché la legislatura brasiliana definisce separatamente il discorso d’odio contro un gruppo e contro un individuo, che chiama rispettivamente “crimine di razzismo” e “crimine di lesione razziale”, i cittadini Lgbtq+ non sono protetti. La letteratura giuridica, infatti, distingue infatti trareato di razzismo, che punisce i reati didiscriminazionenei confronti di un gruppo o di una collettività, ereato di ingiuria razziale, rivolto a chi offende la dignità di un’altra persona utilizzando elementi che fanno riferimento alla razza, al colore, all’etnia o all’origine nazionale. I 2 reati sono stati equiparati dalla stessa Corte Suprema e da una legge firmata dal PresidenteLuiz Inácio Lula da Silvaa gennaio,spiegail quotidiano brasilianoGlobo. La pena prevista è la reclusione da 2 a 5 anni, che può essere raddoppiata se il reato è commesso da due o più persone. Nella plenaria virtuale 9 giudici hanno votato per equiparare i reati contro le persone Lgbtq+ al reato di insulto razziale. Il relatore del caso, il giudice Fachin, ha affermato nella sentenza che proteggere i cittadini appartenenti alla comunità ai sensi della legge è un “imperativo costituzionale”. Il testo della sentenza spiega che “per il relatore, poiché la Corte, nella sentenza, ha riconosciuto che la discriminazione basata sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale costituisce razzismo”, spiega il testo della decisione, “la pratica dell’omotransfobia può costituire un reato di insulto razziale. La decisione ha visto9 giudici favorevoli e 1 contrario.

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