NelRegno Unito, che rimpiange il periodo pre Brexit, c’è un’altra grande preoccupazione in vista del futuro: gliobiettivi climaticidel Paese sono ben lontani dallariduzione di quasi il 70% entro il 2030e non solo. Dall’edilizia ai trasporti, la Gran Bretagna sembra non riuscire a spingere con il dovuto impegno nelle sue politiche climatiche, tanto che ilClimate Change Committee(Ccc), organismo indipendente che osserva le politiche climatiche governative, dopo aver redatto un nuovo rapporto, si dice poco fiducioso riguardo il futuro green del Paese. Secondo ilCcc,infatti, il Regno Unito sta percorrendo la strada sbagliata e finora “è statapersa un’opportunità fondamentale per accelerare il ritmo del progresso”. Il Comitato spiega che “le emissioni di gas serra nel Regno Unito sono finora diminuite del 46%rispetto ai livelli del 1990. Alla Cop26 è stato preso un impegno esteso al 2030 per ridurle del 68%. Quindi, il recente tasso di riduzione annuale delle emissioni al di fuori del settore della fornitura di energia elettrica devequadruplicarsi in soli 7 anni. Il tempo è ormai molto breve per realizzare questo cambio di passo. Barlumi della transizioneNet Zeropossono essere visti nell’aumento delle vendite dinuove auto elettrichee nel continuo dispiegamento di capacità rinnovabile, ma l’aumento dell’azione nel complesso è preoccupantemente lento. Il Governo continua a fare affidamento su soluzioni tecnologiche che non sono state implementate su larga scala, preferendo un più diretto incoraggiamento delle persone a ridurre le attività ad alto contenuto di carbonio”. Secondo il gruppo, oggi il Governo britannico”è troppo lento nel piantare alberi e installare pompe di calore”e, come ricorda il presidente delCcc, Lord Deben, «in questi tempi di prezzi dei combustibili fossili straordinari, il Governo è stato troppo lento nell’adottare alternative più pulite ed economiche e troppo desideroso di sostenere la nuova produzione di carbone, petrolio e gas. C’è una preoccupante esitazione da parte dei ministri nel guidare il Paese alla fase successiva degli impegni Net Zero. Esorto il Governo a riorganizzarsi sul Net Zero e a impegnarsi per un’attuazione più audace. Questo è un periodo in cuiil ritmo deve avere la priorità rispetto alla perfezione». Inoltre, secondo Deben, «la decisione di approvare la prima nuova miniera di carbone profonda del Regno Unito in 30 anni in Cumbria lo scorso dicembre è stata una totale assurdità» ed è necessario un cambio di passo per arrivare alladecarbonizzazione. Fra i punti che ilCccha criticato, esponendoli al Parlamento in Gran Bretagna, c’è “poca pianificazione”: bisognerebbe lavorare meglio sui cambiamenti dell’uso di suolo, spingere sull’idrogeno come forma di riscaldamento e per le infrastrutture energetiche,migliorare i trasportisenza pensare di doverper forzaaumentare aeroporti e scali. Anche l’installazione dinuovi parchi eolici e solarie il potenziamento della rete elettrica risultano ancora troppolentiper raggiungere le emissioni zero e questo perchéc’è “una mancanza di urgenza”da parte della leadership, mancanza oggi traducibile in “fallimento” nelle politiche climatiche. Finora inGran Bretagnale emissioni di gas serra sonodiminuite di poco meno del 3% all’anno: o si raddoppia immediatamente il dato o difficilmente l’obiettivo climatico del Paese sarà centrato. Anche per questo ilCccchiede alle forze politiche di lavorare in sincrono per accelerare. Come commenta Chris Stark delCcc,«ciò che manca è il tipo corretto di leadership politica. Hai una serie di fili che vengono mossi attraverso il Governo e nessuno al vertice li tira su per elevare il tutto alla priorità politica richiesta. Fino a quando ciò non accadrà, questo programma di Governo non funzionerà». Ancor più critica Rebecca Newsom diGreenpeace Uk: «Non c’è quasi alcun progresso in questo rapporto sui progressi, solo un pietoso catalogo dei fallimenti climatici diRishi Sunak». Alle accuse,il Governo risponde ribadendo l’impegno nel taglio di emissionie la spinta dellerinnovabili, così come “con unnuovo dipartimentodedicato a fornire net zero e sicurezza energetica, stiamo guidando lacrescita economica,creando posti di lavoro, abbattendo le bollette energetiche e riducendo la nostra dipendenza dai combustibili fossili importati” spiegano. Affermazioni che però non trovano concretezza nel rapportoCcc.
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