Influencer e content creatordi ogni nazionalità pubblicanostorie, post,video e fotocon advertising o menoin cui compaionoprodotti a base di nicotina. Tra i tanti esempi, anche i sacchetti che si poggiano sulle gengive e rilasciano l’aroma e il sapore del fumo, che vengono spinti sui social,secondo quanto riportato dalGuardian, dauna delle più grandi compagnie produttrici di tabacconel Regno Unito e non solo: laBritish American Tobacco (Bat). Dopo la denuncia del quotidiano britannico rispetto a un contenuto pubblicato su Instagram, la piattaforma l’ha rimosso, ma non si tratta di un caso isolato. L’analisi dell’organizzazione no profitCampaign for Tobacco-Free Kidssulla campagna, condotta tra gennaio e maggio, dedicata alla promozione delle bustineVelodiBat, ha rivelato un dato allarmante:più di un quarto dell’audience ha tra i 12 e i 24 anni. Ben11 influencer,secondo il report,hanno pubblicato 48 postin grado di raggiungere unpubblico di oltre 1,4 milioni di persone,la maggior parte delle quali nel Regno Unito. SecondoKlear,piattaforma che analizza il pubblico degli influencer, il 28% degli utenti che hanno visualizzato questo contenuto avevameno di 24 anni. Facebook e Instagram vietano le pubblicità che promuovono la vendita o l’uso di tabacco o nicotina“a meno che non si tratti di prodotti per smettere di fumare”. La policy di entrambe le piattaforme vieta “prodotti legati al tabacco, vaporizzatori, sigarette elettroniche o qualsiasi altro prodotto che simuli il fumo”. «Servendosi di dj e influencer,Batintenderaggiungere i non fumatorie quindi potenziali nuovi clienti – ha dichiarato Caroline Renzulli, responsabile delle comunicazioni internazionali perCampaign for Tobacco-Free Kids- Stanno rappresentando un prodotto che crea dipendenza come unostile di vita da provare». Variinfluencerhanno pubblicizzato le bustineVelocon il famoso formatGet Ready With Me, che solitamente consiste nel filmarsi mentre ci si trucca e o ci veste per uscire. Ladipendenza dal fumonelle fasce d’età piùgiovanie l’impatto dei social sul fenomeno non è un problema che riguarda solo l’Inghilterra. InItalia,1 studente di 13-15 anni su 4ha usato almeno una volta nell’ultimo mese un prodotto legato all’industria del tabacco: sigarette, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato (Htp).Quasi 1 su 3 ha fumato una sigaretta“tradizionale” almeno una volta nella vita. Lo rivelal’edizione del 2022 del reportGlobal Youth Tobacco Survey,condotta ogni 4 anni su un campione di 13-15enni delle scuole italiane, che per la prima volta vede un consumo più elevato tra le femmine rispetto ai maschi per tutti i prodotti presi in considerazione. L’indagine ha anche messo in evidenza unascarsa adesione al divieto di fumo nelle scuole,una notevole esposizione degli e delle adolescenti al fumo passivo, a casa o in auto, e una diffusa accessibilità a tutti i prodotti a dispetto dei divieti. I ragazzi e le ragazze sono i più a rischio, perché da sempre rappresentano iltargetnel mirino dell’industria del tabacco. Oggi a essere determinanti sono i canalisocial,sia per le e-cig che per le sigarette tradizionali. Aromi dai gusti invitanti, nuovi design e colori sono gli elementi su cui fanno leva nella maggior parte dei casi le campagne pubblicitarie delle aziende. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità è intervenuta più volte sul tema. Con il rapportoEpidemia globale di tabacco 2019ha sottolineato che “le e-cig sono senza dubbio dannose”, esortando i Paesi a “vietare la pubblicità”, “l’aggiunta di aromi a tali prodotti per scoraggiarne l’uso tra i giovani” e “obbligare le aziende manifatturiere arendere i prodotti non attrattiviper i giovani al fine di scoraggiarne l’utilizzo, come a esempio confezioni bianche”. D’altronde basta fare un rapido giro sui social e digitare qualche hashtag in tema per rendersi conto che il fumo rimane sfortunatamente piuttosto “cool” tra le piattaforme e conserva un certo fascino e sex appeal, non solo sui più giovani. Lacomunicazione, pubblicitaria e non, degli influencerè un tema estremamente caldo. L’ininterrotto flusso di post, video, e immagini sui feed delle celebrità e di personaggi più o meno noti e popolari soprattutto tra i teenagers rendedifficile distinguereper un utente, specie se particolarmente giovane, ciò che fa parte di uncontenuto pubblicitarioe ciò che invece viene riportato come elemento dellaquotidianità. Per profili con un certo seguito, mostrare un pacchetto di sigarette in un post o in una storia,anche per errore, può avere degli effetti sulla vita di milioni di utenti. Nel 2022, per esempio, la regina indiscussa dei social,Chiara Ferragni, che su Instagram conta un profilo daoltre 29 milioni di follower, è stata oggetto di critiche per una foto scattata davanti alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e pubblicata tra le stories. Nell’inquadratura infattiappariva anche un pacchetto di sigarette.In quell’occasione, il Movimento Difesa del Cittadino, associazione indipendente a tutela dei consumatori,ha invitato l’influencera “una maggiore attenzione evitando in futuro sviste che potrebbero integrare una violazione delle norme sulla pubblicità inducendo anche i più giovani dei suoi fan a fumare sigarette”. Anche il cinema, infine, non è da meno. La settima arte spesso e volentieri si è servita del fumo comeelemento di scena.Una tendenza che non si è affatto invertita col passare del tempo. Secondo un’analisi dell’istituto di ricerca indipendenteNorcdellaUniversity of Chicago, nel 2020,il 38% dei 71 migliori film dell’anno conteneva rappresentazioni di tabacco. Tra questi, almeno10 hanno ricevuto ilplacetper un pubblico giovane(il cosiddetto “bollino verde”), comeLa vita straordinaria di David Copperfield, classificato PG (Consigliata la guida dei genitori) che include 13 scene in cui viene consumato tabacco. Altre 9 pellicole con scene di fumo, adatte a un pubblico giovane, sono state contrassegnate con la siglaPG-13(Genitori fortemente avvertiti, il film contiene scene inappropriate per i minori di 13 anni): è il caso diQuello che tu non vedidi Amazon con 35 scene di fumo e il film d’animazione indipendenteMy Hero Academia: Heroes Risingcon 22 scene di fumo.
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