In che modo le aziende dellagig economypossono rendere il lavoropiù sicuro e più accessibile per le donne e le minoranze di genere? Al quesito prova a rispondereFairwork, il progetto nato per analizzare gli esempi migliori e peggiori di come le nuove tecnologie vengono utilizzate sul posto di lavoro per fare in modo che in futuro sia migliore e più equo. Il nuovo reportGender and Platform Work: Beyond Techno Solutionism, ovvero “Gender e lavoro su piattaforma: oltre il tecno-soluzionismo” è il risultato di una ricerca condotta in 4 anni, in 38 Paesi e su oltre 190 piattaforme digitali, tra cui quelle che si occupano di consegna di cibo e trattamenti di bellezza a domicilio. Un intero capitolo è dedicato alle molestie sessuali, alla violenza e alle discriminazioni: per molte donne quest’esperienza lavorativa “è caratterizzata da un persistente senso di paura e disagio”. Le lavoratrici intervistate hanno raccontato che «ogni volta che entri in una casa, stai valutando se è un buon cliente o un cattivo cliente. Ogni volta che vai a fare un servizio non sai con quale avrai a che fare». Nella landing page diDeliveroo Uk,noto servizio di food delivery, se si scorre verso il basso oltre i loghi dei ristoranti si nota l’immagine di una rider, una donna afroamericana, che sorride allegramente. Alle sue spalle una scena notturna molto poco caotica, un clima sereno, e lei pare rilassata e sicura. “Questa impressione è accentuata dal testo sulla foto che recita ’Ride with us’e, in caratteri più piccoli, un altro motto: ‘La libertà di conciliare il lavoro con la tua vita con tariffe vantaggiose, vantaggi e sconti”. SecondoFairworksi tratta di “un messaggio che lascia perplessi, sopra un’immagine che lascia perplessi.Perché il lavoro dovrebbe comportare tasse e sconti invece di salari equi e diritti garantiti?”. E perché mostra una donna serena, da sola, in un luogo (presumibilmente) nel Regno Unito? Idatimostrano che “quasi la metà delle donne non viaggia di notteper motivi di sicurezza, e poco più di un quarto delle persone di etnia nera, asiatica e altre minoranze etniche subisce crimini d’odio e molestie”. Nonostante si tratti di un messaggio volutamente ambizioso, e frasi simili siano usate anche da altre piattaforme, spiegaFairwork, l’immagine non corrisponde alla realtà. Il report, infatti, realizzato da un team internazionale cheha intervistato 5.000 persone tra Africa, Asia, Europa, Sud America e Nord America, ha ricevuto numerose segnalazioni di violenze e abusi, oltre a rilevare una serie di pratiche comuni: non garantire un salario dignitoso, condizioni di lavoro non sicure e affrontare in modo inadeguato la discriminazione di genere. Ognunarischia di ampliare il divario retributivo di genere, ridurre i tassi di partecipazione alla forza lavoro e cementare le disuguaglianze di genere. Che inizia dai colloqui di lavoro:in India, Egitto e Bangladeshle donne, soprattutto madri divorziate o single, denunciano colloqui di lavoro discriminanti e di natura invasiva. Inoltre, secondo la ricerca, la partecipazione delle donne allagig economysi concentranei settori della bellezza, della cura e del lavoro domestico. “Storicamente, questo tipo di lavoro “femminilizzato” si è svolto all’interno delle case private. Anche se molte donne e minoranze di genere vorrebbero partecipare a lavori su piattaforme digitali (come la consegna e la gestione delle merci), “poche ritengono di poterlo fare a causa di discriminazioni, molestie e abusi radicati nel genere”. In più, molte piattaforme non riescono a contabilizzare e monetizzare appieno il lavoro svolto nelle case private, facendo sì che “le lavoratrici non vengano retribuite in modo adeguato e non siano adeguatamente protette da molestie e abusi sul posto di lavoro”. La mascolinizzazione dei ruoli di consegna relega le donne ai lavori domestici e le allontana dalla sicurezza data dagli spazi pubblici.Negli Stati Unitile donne nere si sentono particolarmente a rischio e insicure nei quartieri bianchi. Nel Regno Unito“ci siamo imbattuti in una lavoratrice di una piattaforma di bellezza che è statamolestata sessualmente da un cliente maschio. Si è rivolta all’assistenza della piattaforma e ha condiviso la sua esperienza”. Sebbene siano stati comprensivi, l’hanno incoraggiata a rivolgersi solo a una clientela femminile. “Come se stessero insinuando che fosse sensibile e non tagliata per gli uomini”, scrive il report. Non si tratta di una soluzione plausibile, anzi:è unaforma di victim-blaming che, inoltre,limita lavoro, clienti e di conseguenza guadagno economico. Swiggy, una piattaforma di consegna del ciboin India, dalle 18 in avanti impedisce alle lavoratrici di accettare ordini. Questo le esclude dal picco di richieste tra le 19 e le 23,causando loro un danno economico. La stessa piattaforma, per un certo periodo, non ha consentito alle lavoratrici di trasportare spese di generi alimentari, perché troppo pesanti. Queste iniziative, poi, sono state rimosse. Tra le altre misure adottate, il tracciamento degli spostamenti delle lavoratrici, chea volte risulta inefficace come misura di sicurezza: una donna ha raccontato di aver dimenticato per due volte di fare il “check-out” dopo aver terminato l’ordine, ma di aver ricevuto una chiamata di sicurezza solo una volta. Queste e altre misure tecnologichevolte ad aumentare la sicurezza delle lavoratricispesso non raggiungono l’obiettivo sperato, ma causano una doppia discriminazione: le piattaforme dovrebbero essere più reattive nei confronti delle donne e delle minoranze di genere, non escluderle.
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