A building facade laid flat under a mirror suspended at a 45-degree angle Dimensions variable. Fourteen different facades each specific to the city that hosted the temporary installationCredit: Leandro Erlich, Bâtiment (2004) A building facade laid flat under a mirror suspended at a 45-degree angle. Dimensions variable. Fourteen different facades each specific to the city that hosted the temporary installationCredit: Leandro Erlich, Bâtiment (2004), Plywood, mirrors, black frames, hairdressing chairs and accessories, aluminium sashes, flooring and lights. Dimension variableCredit: Leandro Erlich, Hair salon (2008) Stainless steel door, metal structure, 42-inch screen, video player, and video animation, 200×100.20 cmCredit: Leadro Erlich, Subway (2009) Fino al 4 ottobre 2023Palazzo Reale a Milanoaccoglieper laprima volta in Europauna approfondita retrospettiva su una delle principali figure di spicco della scena artistica internazionale:Leandro Erlich. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con lo Studio Erlich, con la curatela di Francesco Stocchi. Artista argentino, nato a Buenos Aires nel ‘73, Erlich progettagrandi installazioni con cui il pubblico può interagire per divenire parte dell’opera d’arte. Creatività, visione, emozione e divertimento.Palazzi in cui ci si può arrampicare virtualmente, case sradicate e sospese in aria, ascensori che non portano da nessuna parte, scale mobili intrecciate le une alle altre come fossero fili di un gomitolo, sculture surreali, contenuti video spiazzanti. Sono tutti elementi ordinari e oggetti attinenti alla realtà, ma collocati in una dimensione straordinaria, dove tutto è diverso da quello che sembra e il visitatore finisce perperdere il senso della realtà e la percezione dello spazio. I lavori dell’artista argentino sono frutto di unaricercaprofondamente concettuale,che sfocia nel paradossoe che ha già conquistato milioni di visitatori nel mondo: 600.000 a Tokyo e 300.000 a Buenos Aires. Tra i temi ricorrenti, l’architetturadel quotidiano, rispetto alla quale Elrich cerca di instaurare un dialogo tra ciò che crediamo e ciò che vediamo e di annullare la distanza lo spazio espositivo e l’esperienza quotidiana.
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