Oltre 1 miliardo di persone al mondoè colpito da vicino da fenomeni legati alla desertificazione e quasi tutti i Paesi, seppur con varie sfumature, sono interessati da questo processo. Non solo Africa o America Latina, ma anche Cina, India, Pakistan, Medio Oriente e le aree del Mediterraneo,Italia compresa. Tutti luoghi in cui, complice lacrisi climatica,i terreni stanno diventando più aridie sempre meno coltivabili: un processo che comportaperdita di biodiversitàe compromette raccolti, economie, vite. I suoli, degradati, si inaridiscono e permettono sempre meno alle coltivazioni di prosperare,l’acqua è sempre più difficile da preservare(circa 4 miliardi di persone sulla Terra hanno già sperimentato una grave carenza d’acqua per almeno un mese l’anno), iperiodi di siccità sono sempre più lunghi e intensie ighiacciaihanno un tasso globale di perdita di massa che ha ormai superato l’equivalente di 0,5 metri di acqua per anno. Meno acqua significa anche meno energiae non è un caso che, come sperimentato anche in Italia, la produzione idroelettrica sia in calo. Ecco perché impegnarsi per fermare le emissioni che contribuiscono alla crisi del clima, così come adottare piani climatici e politiche di adattamento e mitigazione, è sempre più importante guardando a un futuro in cui saremo tantissimi (10 miliardi nel 2050) e con sempre meno risorse a disposizione. È bene ricordarlo sempre, e in particolare oggi,17 giugno, in occasione dellaGiornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità. Se le cose non cambieranno a pagare saranno in particolare le fasce più deboli, dagli anziani ai bambini, e potrebbero ampliarsi ledisuguaglianze sociali.Questo vale un po’ ovunque ma soprattutto inaree critiche come l’Africa. Nel Corno d’Africa, che comprende Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia, dovela pioggia non si fa vedere da quasi 4 anni, ladesertificazioneavanza a ritmi importanti e l’acqua manca quotidianamente. Anche per questo, ricordano la ongAmref Health Africae la società specializzata in fotovoltaicoNWG Italia, è sempre più importante insistere esperimentare nuove tecnologie in grado di garantire acqua pulita in Africa. Con un progetto condotto in sinergia, le due realtà in vent’anni di lavoro hannoraggiunto più di 50.000 persone in Kenya e Uganda, dando un contributo vitale a comunità remote dove donne e uomini passano gran parte del loro tempo alla ricerca dell’oro blu, ovvero l’acqua. Nel corso degli anni sono staterealizzate 142 strutture idriche (pozzi e cisterne) che hanno portato acqua pulita in villaggi e scuole, aiutando più di 50.000 persone. «Le sfide ambientali, sociali ed economiche che stiamo affrontando ci impongono di passare all’azione; il pianeta non aspetta, la società neppure. – ha precisatoGuglielmo Micucci, direttore di Amref Italia. – Per questo è fondamentale trovare aziende disposte a impegnarsi al nostro fianco per garantire il benessere della collettività e promuovere il cambiamento, proprio come sta facendo NWG Italia. Come dice un proverbio africano “se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi arrivare lontano, cammina insieme a qualcuno” . In questi 20 anni NWG Italia e Amref hanno camminato insieme arrivando lontano e raggiungendo risultati importanti». Sottolineando l’importanza di queste sinergie per combattere la desertificazione,Francesco D’Antini, presidente e fondatore NWGricorda la necessità di «migliorare la vita delle popolazioni più svantaggiate e di stimolare lo sviluppo economico di determinate zone dell’Africa sub-sahariana», anche attraverso i loro progetti.
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