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Universal basic income: l’iniziativa inglese contro la povertà

 

L’avanzare del progresso tecnologico e sociale è sicuramente un grande aiuto per l’economia e la crescita dei Paesi che lo riconoscono come utile e necessario. Grazie allo sviluppo tecnico-informatico migliorano le condizioni di vita e di lavoro come mai era successo in precedenza. L’intelligenza artificiale nasce in effetti per aiutare il lavoratore a migliorare le sue prestazioni minimizzando lo sforzo dovuto. L’intelligenza artificiale (AI) non è infatti progettata per sostituire l’uomo, maper rendere più agevoli le sue mansioni. Toccare con mano il potere della AI ha tuttavia convinto e reso consapevoli gli stessi dipendenti che una possibilità di perdere il loro posto di lavoro non è da escludere. Un rapporto diWorld Economic Forummostra chese è vero che 97 milioni di posti di lavoro saranno resi disponibili grazie all’AI, le macchine potrebbero sostituire circa 85 milioni di posti di lavoro nel 2025, e il 50% delle attività lavorative di oggipotrebbero essere automatizzate. Il progresso tecnologico contribuisce inoltre a una lenta e continua erosione dell’ambiente, che impatta anche sui posti di lavoro disponibili e sulle condizioni lavorative cui sono soggetti i dipendenti. Nel 2022 lo studio Viepi (Valutazione integrata dell’esposizione al particolato indoor) avviato da Inail con Enea, Sapienza Università di Roma, Università di Cagliari e Cnr hanno evidenziato larelazione esistente tra le concentrazioni di particolato atmosferico e le condizioni micro climaticheper la comprensione delle implicazioni legate alle esposizioni lavorative. L’Inghilterra per prima ha deciso di fare un passo avanti nell’agevolazione dei dipendenti di mansioni che molto probabilmente potrebbero essere sostituite dall’AIo che potrebbero diventare troppo pericolose per la salute dei cittadini. Il concetto nasce in gran parte dalla paura del licenziamento a causa della sostituzione delle macchine all’uomo. All’inizio di quest’anno emerse da uno studio di Goldman Sachs che l’AI potrebbe sostituire 300 milioni di lavori full time. È il primo esperimento basato sulla concessione di un reddito universale minimo. A 30 persone saranno erogati 1600 sterline al mese per 2 anni senza che queste debbano lavorare. Il tentativo ha lo scopo di analizzare l’impatto che un salario minimo potrebbe avere sulla vita delle persone. A partecipare all’iniziativa sono state le località di Jarrow, nel nord est del Paese e nell’Est Finchley e a Londra, che faranno parte dello studio per cercare di capire se effettivamente il fenomeno del salario minimo può avere come conseguenza la riduzione dell’ineguaglianza e della povertà. Un altro motivo per cui il ricercatore David Frayne crede che l’Ubi (Universal basic income) debba essere messo in atto è che, in caso di buona riuscita, l’esperimento potrebbe diventare un rimedio per lo spreco di tempo e talento di persone non accettate socialmente a causa del pregiudizio nei loro confronti, per l’unico motivo della disoccupazione. “Questo è un importo considerevole – affermano i ricercatori di Autonomy – Il reddito di base universale di solito copre i bisogni primari delle persone, ma vogliamo vedere quale effetto ha questa somma forfettaria incondizionatasulla salute mentale e fisica delle persone,indipendentemente dal fatto che scelgano di lavorare o meno. La nostra società richiederà una qualche forma di reddito di base nei prossimi anni a causa del tumulto delcambiamento climatico, dell’interruzione tecnologica e della transizione industriale che ci attende. “Questo è il motivo per cui costruire la base di prove e l’impegno pubblico ora è così importante, quindi il terreno è ben preparato per l’implementazione nazionale”. Nonostante le critiche nei confronti dell’iniziativa, per cui il UBI toglierebbe una somma ingente al capitale economico della Nazione, sono molti di più gli studiosi ottimisti verso l’esperimento e la sua buona riuscita. Una dei cofondatori del progetto, Cleo Goodman, ha dichiarato: «Speriamo che questo piano si traduca nei primi progetti pilota di reddito di base in Inghilterra. Nessuno dovrebbe mai trovarsi di fronte alla povertà, dovendo scegliere tra riscaldarsi e mangiare, in uno dei paesi più ricchi del mondo. Il reddito di base ha il potenziale per semplificare il sistema di welfare e affrontare la povertà in Gran Bretagna».

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