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Iran: nuove sanzioni, ma le donne non si arrendono

 

Era il 16 settembre 2022 quandoMahsa Amini, una ragazza curda di 22 anni, morì mentre si trovava sotto la custodia della polizia morale iraniana. A nove mesi dall’accaduto, le donne in Iran continuano a sfidare le autorità e i loro nuovi tentativi di far rispettare il codice di abbigliamento che prevede l’obbligo di indossare l‘hijab. Nel mese di aprile il Governo ha annunciato il lancio diun programma di sorveglianzaattraverso l’uso delle telecamere a circuito chiuso già esistenti e l’installazione di nuovi dispositivi elettronici nelle strade cittadine e nei luoghi pubblici con lo scopo dirilevare le donne che non rispettano il codice di abbigliamento e punirle. In un comunicato l’agenzia di stampa giudiziariaMizanha spiegato che lo scopo della decisione è quello di “prevenire la resistenza contro la legge sull’hijab”. A chi trasgredisce, la polizia invia un “messaggio di testo con un avvertimento sulle conseguenze”. SecondoArab News, il primo giornale in lingua inglese dell’Arabia Saudita, a maggio la magistratura e il governo hanno proposto un disegno di legge intitolato“Sostegno alla cultura dell’hijab e della castità”, per “proteggere la società” e “rafforzare la vita familiare”: propone un aumento delle multe per “chiunque si tolga il velo in luoghi pubblici o su Internet”, ma ritirerebbe la minaccia di una pena detentiva. SecondoBbcla norma prevede che chiunque venga sorpreso a violare la legge sull’hijab per la seconda volta debba essere rinviato ai tribunali, e comportala confisca delle auto che trasportano passeggere con i capelli scopertiela chiusura delle aziende e delle attività in cui il personale non rispetta o non fa rispettare le norme.Non è una novità che, attraverso le telecamere di controllo del traffico, le autorità monitorino che autisti e passeggeri in macchina rispettino la legge sull’hijab, maè la prima volta che minacciano di sequestrare automobili o multare le persone per questo. Arab Newsspiega che i trasgressori riceveranno un messaggio di avvertimento dalla polizia e la seconda violazione comporterà multe comprese tra 5 milioni e 60 milioni di rial iraniani (da circa 10 a 110 euro), una grossa somma per molti cittadini. La confisca del veicolo di una donna può durare fino a 10 giorni. «Ho ricevuto un sms più di un mese fa che indicava il mio numero di targadopo un viaggio che ho fatto con le mie amiche nella città di Damghan. Per lo più non indossavamo l’hijab nelle nostre auto», ha detto una donna iraniana raggiunta dallaBbc.“Se il reato viene ripetuto, la tua auto sarà confiscata”, recita un messaggio di testo visionato dal quotidiano britannico. Le comunicazioni includono anche collegamenti a un sito web in cui è possibile contestare il presunto reato. Alcuni avvocati ed esperti di diritto, però, ritengono che «la confisca delle auto a causa della mancanza di hijab non ha basi legali nella costituzione ed è un crimine», ha scritto su Twitter l’avvocato e professore dell’University of TeheranMohsen Borhani. La magistratura, scriveBbc, ha risposto ribadendo che “togliersi l’hijab in pubblico è reato”. Tuttavia,le donne continuano a sfilare senza velo per la strada, nei centri commerciali, nei ristoranti, e nei negozi di tutto il Paese. SuTwittermoltissime condividonovideo in cui camminano con le loro chiome alla luce del sole:un filmatocondiviso dalla ongIran Human Rightsmostra una donna che passeggia sul marciapiede e attraversa la strada in “una frenetica città dell’Iran” toccandosi i capelli raccolti in una coda: “più le autorità iraniane cercano di costringere le donne a indossare l’hijab, più resistono”, scrive l’organizzazione senza scopo di lucro per i diritti umani con sede a Oslo, in Norvegia. Un’altra clipcondivisasu Twitter dalla giornalista e attivista iranianaMasih Alinejadmostra due donne che camminano abbracciate a Babol, nella provincia del Mazandaran, nel nord del Paese: una indossa il velo, l’altro no. La giornalista riporta il messaggio ricevuto dalla donna che le ha inviato il video: “Con o senza l’hijab, noi tutti sosteniamo la rivoluzione”. Le donne iraniane non si arrendono.

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