2 città,2 idee, un unico obiettivo:il recupero solidale. Ed ecco che, in un mondo veloce, qualcuno ha detto no all’obsolescenza programmata dei dispositivi elettrici ed elettronici, ma non solo. Siamo aFirenzee aFoggia. Iniziamo dal capoluogo toscano, dove alcunivolontari dell’AssociazioneRestartesorganizzano iRestart Party, eventi mensili della durata di 3-4 ore circa in cui persone competenti ne aiutano altre a riparare oggetti elettrici o elettronici: dalle lavatrici ai cellulari, dai pc ai televisori, guasti o mal funzionanti. L’obiettivo è tanto semplice quanto nobile:evitare di sostituire quanto acquistato e combattere l’obsolescenza programmata. Ma non solo: perché questi incontri sono un modo percondividere le competenze e diffondere la riparazione condivisa. Gianni Trippi, presidente dell’Associazione, spiega che questa è nata «ispirandosi alRestart Project, movimento londinese che ha preso vita da un italiano, Ugo Bellauri, proprio per sensibilizzare le persone alla riparazione degli oggetti, per diffondere la cultura dei nostri nonni quando c’erano meno risorse economiche esi provava a riparare tutto». E continua: «Abbiamo cominciato con un evento pubblico nel 2014 e non ci siamo più fermati. Non abbiamo una nostra sede,siamo itineranti. Una volta al mese andiamo dove ci invitano altre associazioni del territorio. Arriviamo con i nostri tutor-riparatori e insieme a chi ci porta gli oggetti iniziamo a ripararli. Nasce così una connessione profonda tra il proprietario, l’oggetto e chi lo ripara». Se sei in zona e hai un dispositivo da riparare, segnati la data del10 giugno, perché proprio in questa occasione si terrà un altroPartyall’ex Gasometro del Pignone, sede dell’AssociazioneAngeli del Bello. Trippi conclude: «Le persone arrivano con trolley pieni e portano davvero di tutto, persino vecchi ombrelloni, oggetti cui sono legati da ragione anche affettive. Il nostro slogan è“liberiamo gli oggetti”.Mi spiego: se mi portano un tostapane che è andato in corto, poiché anche qui spesso c’è un circuito elettronico introvabile, noi lo riportiamo indietro nel tempo, cioè lo rimettiamo in funzione con interruttore e timer a molla. La nostra èeconomia della riparazione. Torniamo al tempo in cui si realizzavano oggetti che dovevano essere indistruttibili». InPugliaaccade, invece, qualcosa di molto simile, ma qui a essere riparati non sono solo gli oggetti ma, come dice don Andrea Pupilla, anche le anime. Ed è proprio da lui, 42enne cappellano della Casa di reclusione di San Severo, in provincia di Foggia, e direttoreCaritas, che ha dato vita aM’invento, un laboratorio definito da Pasquale Marchese (presidente Csv – Centri di servizio per il volontariato Foggia) come un «laboratorio di convivenza che tiene aperta una finestra sul mondo esterno». Ad essere coinvolti, quindi, sono idetenuti, che si impegnano a confezionare materiale di riciclo o tessuti acquistati con l’aiuto delCentro Servizi Volontariatodi Foggia, peressere donati alle famiglie povereche, ogni settimana, si rivolgono all’Emporio dellaCaritas. «In passato per i detenuti organizzavamo corsi di cucina, laboratori di pasticceria – spiega don Andrea – ma insieme alle insegnanti delCentro di Istruzione per adulti David Maria Sassoli, che opera anche in carcere, abbiamo studiato un progetto che ci permettesse dicreare un ponte con il territorio, perché il mondo fuori dalcarcereè spesso ancora moltochiuso nei suoi pregiudizi».
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