Il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario della casa in cui vive (di questi il 28,0% è anche proprietario di altri immobili), mentre l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito, e il 20,5%, invece, vive in affitto (Dati Censis – dicembre 2022). Parliamo dell’Imu, ovvero dell’Imposta municipale propria, che fa parte delle imposte, cosiddette, patrimoniali, stabilita nel 2012, e dovuta dai possessori di immobili, aree edificabili, terreni agricoli. La Legge di stabilità 2014 aveva introdotto l’Imposta unica comunale (Iuc) che comprendeva l’Imu, la Tasi e la Tari, mentre la Legge di bilancio 2020 ha soppresso la Iuc (mantenendo la Tari) e unificando Imu e Tasi, lasciando di fatto solo la nuova Imu. A quali immobili viene applicata l’Imu: 1. fabbricati iscritti al catasto, incluse le pertinenze; – le prime case intese come case di abitazione principale, da non confondere con la prima casa, infatti il principio regolatore è laresidenza, comprese le pertinenze, a esclusione di quelle considerate di lusso (categorie catastali A1,A8 e A9) per le quali si continuano ad applicare aliquote ridotte e le detrazioni; – i beni dello Stato e degli enti locali (Regioni, Province e Comuni); – i beni degli enti del servizio sanitario nazionale; – i beni della Chiesa (solo per i luoghi non adibiti ad attività commerciali); – gli edifici pubblici in generale (stazioni, porti, cimiteri, ecc.); – gli edifici con destinazione a usi culturali; – i fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali; – gli edifici utilizzati da enti non commerciali per lo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive; – le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari, e relative pertinenze incluse quelle destinate a studenti universitari soci assegnatari, anche in deroga al richiesto requisito della residenza anagrafica; – i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali; – la casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio; – un unico immobile (a contribuente) posseduto dal personale in servizio permanente delle forze armate, di polizia, del corpo dei vigili del fuoco, etc., a condizione che non sia di lusso o concesso in locazione. Ai fini della tassazione si applica un’aliquota fissa del 10,6 per mille sulla base del valore della rendita catastale aumentata del 5%, a cui si devono applicare dei coefficienti di legge, diversi per ogni tipologia di immobile. a esempio il coefficiente per gli immobili abitativi è pari a 160. L’imposta deve essere versata in due rate (acconto e saldo), alle scadenze del 16 Giugno e 16 dicembre di ogni anno e va versata direttamente allo Stato. Esempio: immobile la cui rendita catastale è pari a 821,17 euro. Si aumenta del 5%: (821,17 x 5%) = (821,17 x 0.05) = 41,0585 per cui 821,17 + 41,0585 = 862,2285. Si applica il coefficiente per le abitazioni pari a 160 al valore ottenuto aggiungendo il 5% alla rendita catastale: (862,2285 x 160 = 137.956,56). Si moltiplica per 10,60 per 1000 e si ottiene l’imposta da pagare e da dividere sulla scadenza del 16 Giugno 2023 e 16 Dicembre 2023: (137.956,56 x 10,60)/1000 = 1.462,338 Euro è l’Imposta da versare in due rate da 731,169. Come si paga l’Imu? Come sopra accennatosono previste due rate: il 16 giugno e il 16 dicembre, e il pagamento deve avvenire attraverso, il modello F24 utilizzando i codici forniti dall’Agenzia delle Entrate, oppure con bollettino postale specificatamente dedicato reperibile presso gli uffici postali, o ancora in sede di dichiarazione dei redditi e compensata con eventuali crediti d’imposta. Il Bollettino può essere utilizzato per pagare l’Imu quando i soggetti non hanno partita Iva e quando non ci siano crediti da utilizzare in compensazione. L’Imu non può essere dedotta da tutti i soggetti, mentre è parzialmente deducibile dal reddito di lavoro autonomo e di impresa. Infatti al fine di non gravare eccessivamente sui lavoratori autonomi e sugli imprenditori che hanno immobili strumentali e che vengono utilizzati per l’attività è possibile per l’ordinamento italiano dedurre dal reddito parte dell’Imu versata per gli immobili di cui sopra.
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