Le persone che hanno unadieta ricca diflavanolipotrebbero averemeno probabilità di sviluppare perdita di memorialegata all’età. A dichiararlo è uno studiopubblicatoil 30 maggio sulla rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Science. Macosa sono i flavanoli?Si tratta di sostanze nutritive di origine vegetale, appartenenti alla classe dei flavonoidi, che si trovano comunemente in alimenti cometè, mela, pera, melagrana, frutti di bosco, uva, cacaoe altri tipi di frutta e verdura. Una ricerca finanziata dall’Uediffusanel 2015 dal British Journal of Nutrition evidenziò i benefici per la salute di queste sostanze nutritive in termini di abbassamento dei livelli di pressione sanguigna e colesterolo, con una conseguente riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, coronariche e infarto. Nel 2020 un altro studio condotto dalle Università di Birmingham e dell’Illinoissottolineòcome i flavanoli migliorassero l’ossigenazione della corteccia cerebrale e larisposta cognitiva negli adultisani. Ora l’ultima ricerca su larga scala, realizzata dal Brigham and Women’s Hospital di Boston insieme alla Columbia University, sembra confermare questi risultati. «Il miglioramento tra i partecipanti allo studio con diete a basso contenuto di flavanoli è stato sostanziale e aumenta la possibilità di utilizzare diete o integratori ricchi di flavanoli permigliorare la funzione cognitiva negli anziani», haaffermatoAdam M. Brickman, professore della Columbia University e co-responsabile dello studio. «In questo secolo, mentre viviamo più a lungo, la ricerca sta iniziando a rivelare che sono necessari diversinutrienti per fortificare le nostre menti che invecchiano– ha aggiunto il collega Scott A. Small – Il nostro studio, che si basa su biomarcatori del consumo di flavanoli, può essere utilizzato come modello da altri ricercatori per identificare ulteriori nutrienti necessari». Qual èla quantità giusta da assumere? I ricercatori hanno condotto i test somministrando ai pazienti500 mgdi favanoli al giorno, e l’Academy of Nutrition and Dietetics statunitense hasuggeritoche il consumo di una quantità compresa tra i 400 e i 600 mg giornalieri “può ridurre il rischio associato a malattie cardiovascolari e diabete”.
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