Oggi ledonnesono (ancora) fortementesottorappresentatesia a livelloimprenditorialeche relativamente alle posizioni aziendali.Unioncamereafferma che inItaliaci sono1,34 milioni di imprenditrici,corrispondente solo al22,18%: un numero relativamente basso rispetto allamedia Ue del 32%o ad altri Paesi europei, primo tra tutti laFrancia, dove la voglia di autonomia professionale e personale è in crescita (il 54,5% delle imprenditrici lo ricerca). A livello diposizioni aziendali, le donne in Italia occupano un ruolo dileadershipin meno di un terzo dei casi (32%). A frenare la crescita ci sono 2 fattori fondamentali: il timore delfallimento(37,5%), e il peso dellaburocrazia(56%). La situazione delle donne nel Belpaese oscilla tra un costante desiderio di fare impresa ed essere creative (rispettivamente il 20,5% e il 21% delle intervistate) e una strutturalecarenza di mezziche possano permettere la creazione di una carriera senza ostacoli che, di fatto, impediscono alle aspiranti imprenditrici di vivere positivamente l’esperienza. Naturalmente il tasto più dolente tra i problemi dell’imprenditoria femminileè la gestione dellavita privatain concomitanza con quellalavorativa: il 21,9% delleimprenditriciammette che la vita personale può essere un intralcio alla carriera. È un argomento che interessa tutto il mondo lavorativo: persinoSusan Wojcicki, a capo di YouTube, ha recentemente deciso di abbandonare il suo lavoro per “iniziare un nuovo capitolo incentrato sulla mia famiglia, sulla salute e su progetti personali”. Un primo passo a favore della causa è stato mosso daVisain collaborazione conIo DonnaeCorriere della Sera. Le ricerche dell’azienda hanno evidenziato che leimprese femminilireagiscono in modo positivo allesfide a cui vengono sottopostedalla geopolitica. Nonostante la scossa economica e finanziaria che ha subito il settore privato nel nostro Paese durante il periodo pandemico,secondo lo studio diVisasolo il10% delle intervistate ha dovuto ridimensionare le sue operazioni,mentre il 3% ha ottenuto un aiuto dal Governo. Si è deciso per questa ragione di scegliere 3 di queste grandi personalità e premiare il loro impegno attraverso ilprogrammaShe Nextche mira al supporto e all’inclusione nel mondo dell’imprenditoria. Saranno individuate3 candidatetra coloro che hanno datosostegno all’economia durante il periodo post-Covidnel modo più innovativo possibile, con un premio di fino a10.000 euro da spendere per il bene della propria azienda, che potrebbero essere aiutate tramite opportunità di formazione,networkinge tutoraggio. Sono interessate all’iniziativa tutte lepiccole imprese d’Italiacon una societàfino a 10 addetti e massimo 2 milioni di euro di fatturatoe che naturalmente abbiano nella propria organizzazione imprenditoriale una donna fra i soci amministratori fondatori. Con lo stesso scopo, il 5 maggio del 2023 è stato pubblicato sul sito del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie un avviso pubblico che riguarda proprio le imprese femminili: è stata promossa, con il favore della Presidenza del Consiglio dei ministri, la misura di incentivazioneImprese femminili innovative montane-Ifimgestita da Invitalia. Loscopo dell’iniziativapuò definirsi simile rispetto alla proposta messa in atto daVisa: si spera infatti in unapromozione delle piccole impresee un incentivo a continuare il lavoro delle piccolestartup innovative costituite in prevalenza da donne nei comuni montani.Le risorse che mette a disposizione il programma,sono 3,9 milioni di euro;le agevolazioni sono a fondo perduto, per un importo massimo di 70.000 euro per impresa richiedente e non superiore al 70% delle spese ammissibili. Affinché leimpresepossano presentare la domanda, devono essere regolarmente costituite e iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese, devono essere statecostituite da non più di 60 mesie rientrare nella categoria di piccole dimensioni. Ciascuna impresa puòpresentare una sola domandadi finanziamento.
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