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Ucraina: i pannelli solari aiutano la resistenza

 

Dall’ottobre del 2022 la Russia ha lanciato ripetuti attacchi missilistici perdistruggere le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, con l’obiettivo di fermare l’economia e la logistica del Paese. La campagna militare ha comportato ladistruzione di diverse centrali elettriche,stazioni di pompaggio dell’acquae numerosi blackout/razionamenti che hanno coinvolto gran parte della popolazione. Ma nonostante i ripetuti bombardamenti, il governo ucraino ha saputo evitare un collasso generale della rete elettricapuntando alla diversificazione delle fonti energetiche e prendendo esempio dall’iniziativa di alcune realtà locali. Durante uno dei più violenti attacchi condotti durante l’inverno, un impianto dell’acqua potabile ha saputo mantenere l’erogazione dei servizi grazie a una serie di pannelli solari installati sul tetto. In questo modola fonte rinnovabile è diventata uno strumento per resisterecontro le operazioni militari condotte da Mosca. Seguendo l’esempio della stazione di pompaggio, numerosi enti, edifici e infrastrutture, fra scuole, ospedali, centri di governo e altri servizi essenziali, hanno iniziato a installare molteplici pannelli solari per rendersi autonomi energeticamente, dipendendo sempre meno dalla rete energetica nazionale. «Prima che iniziasse la guerra, la gente pensava solo all’economia.Ora pensa alla sicurezza energetica», ha affermato Dmytro Sakalyuk, membro dell’organizzazione ambientalista ucrainaEcoclub Rivne. Una priorità sottolineata anche da Kostiantyn Krynytskyi, responsabile del dipartimento energetico diEcoaction, una delle principali organizzazioni ambientaliste ucraine: «Sarà molto più difficile distruggere questo tipo di sistema decentralizzato. Non puoi bombardare tutte le installazioni. Eincrementare l’autosufficienza aiuterà. Ora abbiamo vistocosa significa la centralizzazione nel nostro sistema energetico». L’accelerazione della costruzione di un sistema decentralizzato basato sui pannelli solari e altre fonti rinnovabiliè diventata la nuova battaglia per salvare l’Ucrainae ottenere un modello energetico diverso, specialmente in vista del prossimo inverno. Prima della guerra, nel 2020,solo l’11% della generazione elettrica era basata su fonti rinnovabilisecondo i dati dell’International Renewable Energy Agency(Irea). Grazie ai nuovi obiettivi e le necessità poste dal conflitto in corso, il governo ucraino spera di arrivare ad avere 30 gigawatt di energia “verde” entro il 2030. Con unmix fra solare, eolico e gli impianti di energia nucleare, che dovrebbe coprire circa la metà del fabbisogno nazionale. Per ottenere questo obiettivo di lungo termine andranno superate diverse difficoltà logistiche-energetiche indipendentemente dalla guerra in corso. L’inverno in Ucraina è particolarmente lungo e la nazione è situata a una latitudine simile a quella del Canada, cosa che riduce le ore di luce giornaliere, specialmente nei mesi di dicembre e gennaio. Inoltremanca una legislazione chiarasulla materia ele risorse adatteper implementare velocemente le infrastrutture necessarie. Nel frattempol’Unione europea ha promesso l’invio dei primi 5.700 pannelli solarientro l’estate, con l’obiettivo di coprire 11.400 metri quadrati di tetti dei vari edifici pubblici ucraini. Questo progetto, denominatoRay of Hope, è garantito dalla società energetica italianaEnel, che fornirà pannelli solari fotovoltaici da 350 watt ciascuno, per una capacità totale di circa 2 MW.

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