Se ti dicessimo “film hollywoodiano sul cambiamento climatico” quasi sicuramente quello che ti verrebbe in mente è un disaster movie che mostra il mondo sull’orlo dell’apocalisse. Questo non è un caso. Lo ha mostrato chiaramente unaricercadiMichael Svoboda, assistente professore di scrittura allaGeorge Washington University, cheha studiato 61 di questi film e ha scoperto che la maggior parte presentava un disastro- dalle inondazioni alle ere glaciali, dagliuraganiall’innalzamento del livello del mare – mentrel’industria dei combustibili fossili non era quasi mai rappresentata. Ma Hollywood,ha spiegatoAmanda Shendruk, opinionista delWashington Post, può fare molto meglio di così,ripensando il modo di narrare il cambiamento climatico per stimolare azioni positive. Insieme, Svoboda e Shendruk hanno ampliato la ricerca per includere100 film e serie televisive suicambiamenti climatici, dal 1966 ai giorni nostri. I risultati sono ancora più netti:il 66% rappresenta un disastro o un futuro cupo. Questo non significa che simili film non abbiano un valore intrinseco: se fatti bene, ricordano alla gente qual è la posta in gioco e rendono visibile ciò che è già realtà per molte persone in tutto il mondo. Il problema, ha spiegato Svoboda, è che il pubblico si è abituato alle storie apocalittiche equesta narrazione catastrofica che si ripete potrebbe tradursi in assuefazione,disincentivando le persone dall’agire attivamente: «È un brivido psicologico, una divertente favola della buonanotte, e poi torniamo a quello che stavamo facendo. Ma con il riscaldamento globale non possiamo lasciare che le storie della buonanotte ci cullino nell’inattività». I film non dovrebbero limitarsi a intrattenerci, ma svolgere un ruolo positivo nella lotta contro ilriscaldamento globaleoffrendo una molteplicità distorie che aiutino ad affrontare il presente e il futurodella vita su un pianeta che si sta progressivamente – e pericolosamente – riscaldando. Servono altre storie.Storie di dolore, storie di ingiustizia, storie di coraggio e storie di scienza e innovazione. Storie che ci ricordino che siamo in questa sfida insieme e che se non ci muoviamo ora sarà tardi. «Hollywood è il narratore più potente del mondo. – ha detto alWashington PostAnna Jane Joyner, fondatrice di Good Energy, un’organizzazione che aiuta l’industria a raccontare storie più utili sull’emergenza climatica – Una parte davvero importante del ruolo svolto dalla televisione e dal cinema è farci capire che non siamo soli, il che è un passo verso l’azione». Del resto, come ricorda Shendruk,l’influenza dell’industria cinematografica è tutto tranne banale, come mostra il numerorecorddi chiamate ricevute da una hotline per HIV/Aids nel 2001, dopo che un personaggio di Beautiful aveva scoperto di essere sieropositivo. Non solo:introdurre un nuovo racconto del cambiamento climaticosignificherebbe dare al pubblico quello che il pubblico vuole. Almeno una parte di esso:del 70% degli americani preoccupati per il cambiamento climatico, quasi la metà vuole vedere più temi climatici sullo schermo, secondo unsondaggiocondotto dal Media Impact Project e Good Energy della University of Southern California Norman Lear Center. E due terzi degli americani pensa che le grandi imprese e le società non stiano facendo abbastanza per affrontare la crisi, secondo un recenterapportodel Pew Research Center.
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