Metaè stata colpita con una multa di1,2 miliardi di eurodall’autorità per laprivacyirlandese per iltrasferimento dei dati dei propri utenti. La notizia ha fatto subito il giro del mondo, anche perché dopo lo scandalo diCambridge Analyticadel 2018, il binomioprotezione dei dati personaliesocial networkè finito al centro (anche) dell’opinione pubblica. Lamultaè stata imposta dalDpc -Commissario irlandese per la protezione dei dati, ed è arrivata all’impero diZuckerbergdopo che, nonostante una sentenza del tribunale dell’Unione Europea risalente al 2020, è proseguito untrasferimento di dati degli utenti dell’Ue agli Stati Uniti. Helen Dixon, membro dell’organo che ha multatoMeta, sostiene che il Dpc, attraverso questa sanzione, abbia fatto la suamossa per far rispettare le regole dell’Unione Europea anche oltreoceanoma se da una parte questo è vero, allo stesso tempo emerge lafalla del sistema europeosugli standard della privacy, che anche gli esperti del settore hanno riconosciuto. Christopher Kuner, condirettore delBrussel Privacy Hubpresso laVrije Universiteit Brusselha dichiarato: «Il problema è che il sistema ha una sorta di limite integrato, ed è come se volessi correre una gara con una Subaru ma avendo bisogno della velocità della Ferrari. Puoi mettere a punto l’auto e spingere fino il fondo il pedale dell’acceleratore, ma ci sarà sempre un limite oltre il quale è impossibile andare». La causain questione, però,affonda le sue radici nel 2013, quandoEdward Snowden, dell’Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, sospettò che alcune spie americane stessero accedendo illegalmente alle informazioni personali delle persone tramite i giganti della tecnologia e sporse diverse denunce controFacebookper violazione dei diritti alla privacy. Il responso si ha avuto il 22 maggio scorso: Dublino ha stabilito ufficialmente cheMetanon potrà più utilizzare i suoi strumenti per trasferire dati dei cittadini dell’Unione Europea negli Stati Uniti, almeno non finché da Washington non saranno migliorati i controlli legali per la protezione dei dati europei. OraZuckerberg avrà tempo fino a ottobre per conformarsiall’ordine. Ma allora perché la maxi-multa? La sanzione arriva al colosso deisocial network dopo pressioni ricevute da altri membri regolatori dell’Ue i quali hanno ritenuto che l’Irlanda non si fosse adoperata a sufficienza per impedire aMetail flusso di dati tra i due continenti, essendosi limitata all’imposizione di clausole contrattuali. Una decisione, quella imposta a Dublino, che mostra unaspaccatura all’interno dell’Unione Europea in merito al GDPR. Spaccatura che già aveva visto il Paese contro l’Edpb, l’organismo paneuropeo di regolatori della privacy, di fronte alla più alta corte europea per le accuse di aver oltrepassato il suo ruolo, costringendo Dublino a prendere ulteriori misure nei confronti del gruppoMeta. «Si tratta solo di sapere se l’autorità irlandese per la protezione dei dati tiene conto degli interessi economici nazionali o non è abbastanza rigorosa nell’applicare le regole» spiegaPatrick van Eeke, co-presidente dell’Associazione globale di sicurezza informatica, protezione dei dati e privacy.
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