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Poco e male: il racconto dell’Africa sui media italiani

 

Luoghi comuni, falsi miti, sottorappresentazione.DiAfricasuimedia italianisi parlapoco e male. Quello che rimane fuori è soprattutto il volto più giovane e innovativo del Continente, che non trova spazio nel racconto che domina quotidiani, Tg, infotainment, testate online e social network. È quello che emerge dalla quarta edizione deL’Africa MEDIAta, il rapporto curato dall’Osservatorio di Pavia e presentato oggi a Roma daAmref Health Africa-Italiain occasione dell’Africa Day, che nasce per analizzarecome e quanto i media italiani raccontino l’Africa. Quest’anno, il focus del dossier è proprio sull’innovazione, una tematica che è agli antipodi dei frame tradizionalmente associati al continente africano. Per questo, oltre all’analisi della rappresentazione complessiva di Africa, persone africane e afrodiscendenti nei media tradizionali, stampa e televisione, una parte del rapporto è interamente dedicata allarappresentazione mediatica dell’innovazione e dello sviluppo africani, “ricercando nell’immagine dell’Africa restituita dall’informazione italiana ciò che rinvia ai concetti di nuovo, futuro, dinamismo e cambiamento, emancipazione e talento, creatività e competenza”. L’analisi ha evidenziato unaprogressiva riduzione delle notizie legate all’Africae una netta predominanza delle tematiche legate ai flussi migratori.Questo è vero sia per quanto riguarda i quotidiani (le notizie sulle prime pagine diAvvenire,Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, La Repubblica, La Stampasono statein media 13 al mese, -3 rispetto al 2021, e per l’84% riguardano fatti ambientati in Italia o in altri Paesi occidentali e nello specifico temi legati alla sicurezza e ai flussi migratori, per il 69,1%) che per i Tg di prima serata e i programmi di infotainment. Sullatv italiana, spiega il report, “prosegue e si accentua nel 2022 una tendenza già osservata a partire dal 2020: lariduzione progressiva delle notizie sull’Africa.Nell’insieme dei Tg analizzati si sono rilevate soltanto1.174 notiziepertinenti, il22% in meno rispetto al 2021, con una prevalenza netta di attenzione all’Africa “qui”, con un’attenzione prevalentemente ai flussi migratori e alla gestione dell’accoglienza (74% delle notizie)”. Nel 2022 sonodiminuite le news su guerra e terrorismoa favore di notizie su viaggi istituzionalidi Ministri italiani in Africa, forniture di gas, COP27 ed eventi di cronaca, come il caso Soumahoro. La progressivamarginalità dell’Africainteressa anche i programmi diinfotainment, su cui si trova un riferimento ogni 87 ore di programmazione. Il problema, però, non è solo la mancanza di notizie, ma anche larappresentazioneche viene veicolata: “una sola realtà, priva di specificitàe caratterizzata uniformemente da unfuturo senza speranza. Inoltre, a seguito dell’inizio della guerra in Ucraina, si nota all’interno dei programmi la presenza di una narrazione delle migrazioni che distingue tra rifugiati veri in fuga da un’invasione e profughi ‘di comodo’, come sembrano essere considerati coloro che provengono dal continente africano”. Invece che un continente animato da“multiformi realtà”,la narrazione mediatica italianaappiattisce ogni differenza, popolando il racconto dell’Africa di “echi di disperazione, morte, torture, accuse di opportunismo verso chi parte”. L’immagine, infatti, è quella di un luogo abitato esclusivamente da persone in fuga che, una volta raggiunta l’Europa, diventano genericamente ‘migranti’”. La situazione non migliora stringendo il focus sul tema di quest’anno,l’innovazione. Nei programmi diinfotainmentil tema è marginale:su 829 puntate di 75 diversi programmiche nel 2022 hanno parlato di Africa, soltanto 50 (6%) hanno parlato del Continente con questo taglio. Il 92% di questi contenuti, però, era concentrato sullereti Rai,con Rai3 che incide per il 70% grazie a programmi di informazione scientifica-culturale e di attualità internazionale. Programmi che vanno spesso in onda intarda serata. L’indagine ha analizzato anche il modo in cui è statoraccontato online e sui social il rapporto tra Africa e innovazione, utilizzando come chiave di ricerca il termine “Africa”, e tutti i nomi dei Paesi del continente, in unione con i termini “innovazione”, “tecnologia”, “laboratorio”, “scienza”, “sviluppo”, “cambiamento” e “progetto” nel corso del 2022. A dare visibilità al tema sono quasi esclusivamente letestate specializzate, con una presenza limitatissima nelle testate online generaliste. Il focus, ancora una volta, non è sul continente africano ma sull’Africa-qui: l’attenzione alla cooperazione allo sviluppo, che è il principale tema economico, prevede un focus incentrato suprogetti che partono dall’Italia, “un approccio che favorisce, dunque, la percezione di un continente quasi ‘sotto tutela’”, così come le notizie legate allo sviluppo di reti 5G o le iniziative legate all’approvvigionamento di fonti energetiche per sopperire alla mancanza (di nuovo, inottica europacentrica). Ma anche il racconto deifenomeni culturali e artisticiè limitato quasi esclusivamente a eventi, mostre e festivalal di fuori dell’Africa. Eppure, negli ultimi anni il continente ha visto numerosi cambiamenti che hanno investito l’innovazione tecnologica, informatica e digitale; secondo i dati delGlobal Startup Ecosystem Report(Gser) del 2022, a esempio, gliinvestimenti nellestartuptecnologiche africane(esclusa la regione Mena – Medio Oriente e Nordafrica) nel 2021 hanno visto unaumento del 113%rispetto al 2020. Di tutto questo,nel racconto dei media italiani non c’è (quasi) traccia.

Redazione

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