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World Bee Day: ecco perché festeggiare gli impollinatori

 

Il passaggio da un mondo a colori a un mondo in bianco e nero non è più la sceneggiatura perfetta di un film distopico. Laprimaveraa cui siamo abituati, i sapori dei frutti estivi che accompagnano i mesi più caldi dell’anno e il miele che addolcisce le nostre bevande calde d’inverno potrebbero molto presto diventare un ricordo.Pesticidi, conseguenze dicomportamenti umani irrispettosidell’ambiente,cambiamento climaticosono solo alcune delle ragioni per cuileapisono in pericolo. Secondo ilWwf,circa il40% delle specie di impollinatori è a rischio. Insieme alle api, infatti, sono in pericolo anchevespe, farfalle, falene e coleotteri.Da queste speciedipendono il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore e l’80% delle piante che producono cibo e prodottiper il consumo umano. È per questo motivo che, dal 2018, il20 maggio ogni anno si festeggia laGiornata mondiale delle api,istituita dalle Nazioni Unite. Si tratta ormai (e sempre di più) di un’occasione per ricordare il ruolo cruciale che le api svolgono per l’ecosistema. Maesiste un modo per salvaguardare gli impollinatori? Secondo Alessio Pellegrini, apicoltore, sì: «è importantenon usare insetticidi dannosi per le api, che fortunatamente sono sempre meno sul mercato. Ma tutti noi possiamo in qualche modo contribuire, per esempioevitando di seminare piante Ogm: le api non ne traggono né nettare né polline», spiega aLa Svolta. Anche Rachele Lenzi, apicoltrice, è d’accordo: «un comportamento responsabile nei confronti dell’ambiente,acquistare prodotti da un’agricoltura che faccia un minor uso di pesticidi,magari anchelocale, consumare miele di provenienza italiana aiuterebbe molto lasalvaguardia delle api. E se si ha ungiardino, perché non lasciarlo incolto opiantare fiori graditi agli impollinatori?» Essereapicoltoresignifica lavorare soprattutto tra metà marzo e giugno, racconta Pellegrini. È il periodo dell’inizio della primavera fino ai primi giorni d’estate, quello più intenso. «L’obiettivo è quellosupportare le api,mettendole nelle condizioni ottimali per produrre miele, aiutandole a lottare contro le insidie delle stagioni estreme a cui stiamo assistendo e a contrastare le malattie che le affliggono – dichiara aLa SvoltaLenzi – Dal sostentamento della famiglia di api in inverno, alla nutrizione in primavera per la ripresa della famiglia di api, fino allasmielatura estiva,per poi arrivare in autunno alla preparazione della famiglia all’inverno (internamento, in gergo tecnico) tramite anche al controllo delle scorte e lo stringimento della famiglia in minor spazio. A tutte queste operazioni si aggiungono i trattamenti necessari percontrastare la varroa, uno dei flagelli per le api, unacaro che ne riduce la vitalitàrendendole suscettibili a virus». Ascoltando parlare Lenzi, si capisce subito che quello dell’apicoltore non è solo un mestiere, ma soprattutto unapassioneper le api, l’ambiente e il proprio territorio. «La mia passione per le api e gli impollinatori in genere è nata all’università, durante gli anni di scienze e tecnologie delle produzioni animali. In quel periodo ho avuto la fortuna di partecipare a un corso teorico e pratico sull’allevamento dell’Apis mellifera». «Poi – aggiunge -i 5 ettari di maggese del nonno mi sono sembrati un’ottima casa per una famiglia di api.Da lì la mia passione è cresciuta tanto che mi ha portato a sviluppare la tesi magistrale sull’argomento». L’apicoltrice spiega che chi alleva api per l’autoconsumo senza farne la propria professione si definisceapicoltore hobbista. E se si è alla ricerca diconsigli per intraprendere questo percorso? «Prima di tutto, è necessario prepararsi molto bene – avverte Lenzi – trovare un corso di apicoltura e magari un apicoltore con cui fare pratica sul campo. Si incontrerannodifficoltà per inesperienza o per stagioni difficili,come questa conpioggeche hanno vanificato il primo raccolto. Ma se il desiderio è quello di partecipare allasalvaguardia degli impollinatori,allora si può sempre contribuire sostenendo gli apicoltori, acquistando prodotti (miele, polline, proporli, pappa reale) da apicoltori del proprio territorio».

Redazione

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