Dal 2022 il termineboomerè entrato nel vocabolario italiano. Il dizionarioTreccanilo descrive come “forma abbreviata dibaby boomer; in senso ironico e dispregiativo, ilbaby boomervisto dalle generazioni dei nati a cavallo tra il secondo e il terzo millennio (o direttamente in quest’ultimo) come portatore di modi di pensare e agire superati e persino nocivi”. Un termine che nel suo significato dispregiativo diventaemblema del divario tra le generazioni. Il distacco si percepisce di fronte a diverse questioni: dall’attivismo politico alcambiamento climatico, daisocial mediaalla tecnologia, alla privacy fino all’identità di genere. Una distanza che è sottolineata e inasprita proprio dal linguaggio e da espressioni comeboomerook boomer, quest’ultima nata in rete e diventata un’affermazione d’uso comune tra gli adolescenti di tutto il mondo per liquidare giudizi, lamentele o semplici affermazioni deibaby boomerconsiderate obsolete o paternalistiche. Ma non è tutto in declino. Se la distanza a volte può essere evidente e ampia, lo è anche la voglia di comprendersi e comunicare, soprattutto quando si tratta di lavoro. Uno studio diRanstad Wormonitorha dimostrato chel’86% dei lavoratori preferisce lavorare in team multigenerazionali(composti da persone che hanno almeno 10-15 anni di differenza). Inoltre, molti sondaggi mostrano chele organizzazioni composte da persone con età diverse escogitano idee innovative e trovano soluzioni più creativealle sfide, e anche chesenza diversità generazionale, le aziende troveranno difficile attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti. Ma di quale generazioni stiamo parlando?Silent Generation, Baby Boomer, Gen X, Millennial, Gen Z: questo è l’elenco di quelle presenti oggi nei luoghi di lavoro, generazioni con valori, necessità e linguaggi che possono essere profondamente diversi, ma al contempo con un bagaglio di conoscenze e competenze incredibilmente ricco. Come rendere questa convivenza proficua? Come prevenire conflitti e incomprensioni? Come valorizzare le differenze e stimolare la collaborazione? Come agevolare la comunicazione? Se le aziende si pongono domande simili significa che stanno cercando di comprendere e affrontare il fenomeno che in inglese prende il nome diGenerational Diversitye che a oggi è unapriorità che solo l’8% delle organizzazioni includenelle proprie strategie DEI, rimanendo in secondo piano rispetto a tematiche di genere o razziali. Una percentuale che è necessario aumentare, soprattutto in Italia e in tutti quei Paesi in cui l’età pensionistica e l’aspettativa di vita si innalzano sempre più. Chela diversità in generale porti benefici sulle performance, sull’innovazione e sul benessere della popolazione aziendaleè cosa nota, quellagenerazionalenello specifico coniuga capacità, competenze e network diversi agevolando il processo decisionale, rendendopiù produttiva la collaborazione, aumentando l’impegno, la soddisfazione e riducendo il turnover. Gli impatti positivi non si fermano però all’interno dell’azienda. Dall’approfondimento diConfindustriaL’economia della terza età, emerge cheil potere d’acquisto degli over-65 è superiore del 25% a quello degli under-35; e il sondaggio di TheDeloitte Globaldel 2022Gen Z and Millenial Surveysottolinea che il 90% della Generazione Z è più propensa ad acquistare prodotti di cui percepisce un impatto positivo sulla società. Esigenze diverse, vasto potere d’acquisto: quando il personale di un’azienda riflette il suo target di mercato ha più competenze per prevedere le esigenze del mercato di riferimento e creare soluzioni efficaci per soddisfarle. Le aziende hanno a disposizionediversi strumenti per promuovere la collaborazione. È essenziale chesi parta dalla conoscenza: sia delle generazioni presenti e della loro numerosità, sia dei bias e delle necessità che le caratterizzano. Successivamente è importantepreparare il management e i leader a lavorare con diverse generazionicoinvolgendole tutte e valorizzando il meglio di ognuna. Ultimo, ma non per importanza,stimolare la condivisione e l’incontro dell’intera popolazione aziendale: facendo leva sui punti in comune e non sulle differenze, è possibile coinvolgere diverse generazioni in attività ludiche, anche extra lavorative, per sviluppare sintonia. Attraverso mentoring o attività di scambio di skills è possibile invece promuovere la crescita reciproca. Programmi e attività che promuovono il confronto e lo scambio intergenerazionale, che mettono il luce l’esperienza dei senior e la creatività dei giovani, affinché diverse generazioni si conoscano, apprezzino, rispettino e possano così contribuire insieme al successo di un’organizzazione. Per un Paese sempre più variegato servonoaziende che mettano in luce le somiglianze e stimolino equità, inclusione e collaborazione, per trasformare ogni differenza in un’opportunità di conoscenza e crescita, economica e umana.
La meta perfetta per il lungo week-end di Ognissanti è conosciuta da molti come il…
I telespettatori non avrebbero mai immaginato una cosa simile! Anche Tina Cipollari non ha saputo…
Qualcuno ha fatto delle dichiarazioni inaspettate su Belen Rodriguez. Si tratta di una persona che…
In studio tra i due coach scatta la lite che vede Maria costretta a intervenire…
Il KO di Ballando con le stelle sembra essere ormai ufficiale, la conduttrice è inconsolabile…
Una notte veramente magica quella che arriva oggi, ora è visibile la Cometa Lemmon, ma…