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New York: approvata la legge contro il weight stigma

 

Discriminazioni sullavoro, difficoltà a ricevere cure adeguate, perdita economica: ormai gli studi ci mostrano fin troppo bene quantolo stigma del peso influenzi la vita delle persone grasse. Le discriminazioni legate al corpo, però, non finiscono qui: difficoltà a muoversi negli spazi e sedersi in ristoranti e nei teatri, difficoltà ad affittare una casa, impossibilità di utilizzare mezzi condivisi come le biciclette a causa limiti di peso, infatti, sono solo alcune delle difficoltà che le persone sovrappeso e obese continuano a incontrare ogni giorno in un mondo che non è a loro misura e che glielo ricorda continuamente, stigmatizzandoli peri loro corpicolpevolmentefuori misura. È il weight stigma che, spiega uno studio pubblicato suThe Lancet, non ha solo un impatto negativo sulla salute mentale e fisica, ma «minaccia i valori socialidi uguaglianza, diversità e inclusione». Per questo,la città di New York ha approvato un disegno di legge che vieta la discriminazione basata sul peso, unendosi a un movimento in crescita negli Stati Uniti che si batte per rendere la taglia una caratteristica protetto alla pari della razza e del genere. La norma, che dovrebbe essere firmata dal sindaco Eric Leroy Adams alla fine del mese, è passata per 44 voti favorevoli e 5 contrari, nonostante lo scetticismo in alcuni ambienti e le critiche di chi, come il repubblicanoJoseph Borelli, capogruppo di minoranza in consiglio, teme che la legge autorizzerebbe i newyorkesi «a citare in giudizio chiunque e tutto», ha spiegato alNyt. Il consigliere comunaleShaun Abreu, che ha promosso il disegno di legge, ha spiegato chela discriminazione in base al peso è«un fardello silenzioso» che le persone grasse devono portare e di essere diventato più consapevole del problema quando è ingrassato di oltre 18 kg durante il lockdown. Da quel momento, ha detto, il modo in cui le persone lo trattavano è cambiato. Il problema, però, non è solo la discriminazione, ma soprattuttola mancanza di strumenti di tutela: queste persone, ha continuato Abreu, «sono discriminate senza possibilità di ricorso e la società dice che va benissimo». Del resto, l’unica cosa che le persone grasse si sentono ripetere continuamente è“se non ti va bene, dimagrisci”. Per il tuo bene, ovviamente: grasso, per chi guarda, significa sempre e comunque malato e la nostra società si sente non solo in diritto, ma in dovere di giudicare i corpi altruimedicalizzandoli,facendone una questione di salute senza voler vedere che è in realtà una questione che ha radici ben più profonde che affondano in sessismo, razzismo e abilismo. «Non è un problema di salute. È una questione di diritti civili», ha detto allaBbcTegan Lecheler, direttrice della difesa dellaNational Association for the Advancement of Fat Acceptance, che ha lavorato alla legge con Abreu e che ha spiegato che la sua speranza è che la misura «incoraggi una conversazione più ampia per inquadrare questo tema al di là della salute. […] Si tratta davvero di sapere se le personesono al sicuro e protette e hanno il diritto di stare negli spazi». LaHuman Rights Lawdi New York vietagià la discriminazione in materia di alloggi, luoghi di lavoro e alloggi pubblici sulla base di 27 caratteristiche. Le classi protette includono: razza, credo, colore della pelle, origine nazionale, orientamento sessuale, stato militare, sesso, età, stato civile, stato di vittima di violenza domestica, disabilità, condizioni correlata alla gravidanza, caratteristiche genetiche, precedenti di arresto o condanna, stato familiare e identità di genere. Il disegno di legge aggiunge peso e altezza all’elenco, includendo eccezioni per i lavori in cui il peso e l’altezza sono una “qualifica professionale in buona fede” o nei casi in cui sia un problema di salute e sicurezza pubblica. «Vogliamo che questo disegno di legge invii un messaggio a tutti chesiete importanti,indipendentemente dal fatto che siate al di sopra o al di sotto del peso medio», ha affermato Abreu, che spera che la mossa della città più grande del Paeseincoraggi altre città e stati a seguire l’esempio. «Ecco perché abbiamo spinto in questa direzione». New York non è l’unica realtà statunitense che si è mossa in questa direzione:il Michigan ha vietato la discriminazione sul posto di lavoro basata sul peso già nel 1976e anche città come San Francisco e Washington DC hanno regolamenti simili. Ma qualcosa si è mosso anche a livello statale, non solo nello stato di New York ma anche inMassachusetts, Vermont e New Jersey. Conil 40% degli americani adulti considerati obesi– e oltre 800 milioni nel mondo – un numero che è cresciuto enormemente negli ultimi 20 anni, è fondamentale aumentare le tutele: paradossalmente, infatti, invece che diminuire lo stigma nei confronti delle persone grasse è cresciuto di pari passo con l’aumento del loro numero, come ha mostrato uno studio dellaHarvard Universitysecondo cui, diversamente da quanto è avvenuto per i pregiudizi basati su razza e genere,nell’ultimo decennio gli atteggiamenti nei confronti delle persone grasse sono diventati sostanzialmente più negativi.

Redazione

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