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Guida in stato di sonnolenza? Allo studio il test

 

Entro due anni potrebbe essere disponibile unesame del sangueper misurare se un conducente che ha causato un incidente è stato compromesso dallamancanza di sonno. La ricerca,rivelaThe Guardian, è finanziata dall’Ufficio governativo australiano per la sicurezza stradalee potrebbe portare a ridurre irischirappresentati da chi si mette alla guida senza aver dormito un numero di ore adeguate. «Anche se la soluzione alla stanchezza è abbastanza semplice, ovvero dormire di più, la nostra capacità di gestirla è compromessa perchénon abbiamo gli strumenti per poterla monitorarecome facciamo con l’alcol», ha dichiarato al quotidiano britannicoClare Anderson, docente allaMonash University, a Melbourne, e leader del gruppo di ricerca. Secondo una revisione sistematicapubblicataall’inizio di aprile sulla rivistaNature and Science of Sleep, «sembra che vi sia una notevolediminuzione delle prestazionidi guida (e un aumento associato della probabilità di incidenti)quando si dorme meno di 5 ore». «In molti Paesi (inclusa l’Italia,ndr.), la concentrazione di alcol nel sangue dello 0,05% è il limite legale di guida, dove vediamo un raddoppio del rischio di incidente automobilistico – ha commentatoMadeline Sprajcer, autrice della revisione – Al di sotto di circa 5 ore di sonno precedente è anche dove vediamo anche ilraddoppio approssimativo del rischiorispetto a individui ben riposati». E non solo. Uno studioapparsoa ottobre 2022 suPlos Medicinehaevidenziatocome gli over 50 che dormono meno di 5 ore a notte hanno una maggiore probabilità di svilupparemalattie croniche. Il team di ricerca guidato da Anderson ha identificatocinque biomarcatori nel sanguein grado di rilevare se qualcuno è stato sveglio per 24 ore o più con unaprecisione superiore al 99%. «Alcuni di loro sonolipidi, altri sono prodotti nell’intestino, quindi provengono da diverse parti del corpo: il che è interessante, perché il sonno èimplicatoin una serie di diversi problemi di salute», ha spiegato Anderson. Ma per vedere l’applicazione degli esami su larga scala bisognerà aspettare. «Col giusto investimento – sostiene Shantha Rajaratnam dellaMonash University–entro cinque annisaremo in grado di implementare questi test basati su biomarcatori, almeno nelle industrie critiche per la sicurezza come l’autotrasporto, l’aviazione commerciale e l’industria mineraria».

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