Lacybersicknessnelle donneè l’ennesimo sintomo deibias di generepresenti nellenuovetecnologie.Cosa intendiamo nello specifico? Si tratta di undisturboche colpisce sempre più persone (in particolare le donne) nel momento in cui si utilizzano strumenti di tecnologia digitale, comevisori per la realtà virtualeevideogiochi,e che può provocarenausea, vertigini, mal di testa, stanchezza oculare e difficoltà di concentrazione. Tuttavia, quella che oggi potremmo definire come una“malattia digitale”o “malattia tecnologica”, non è ancora conosciuta e spesso viene sottovalutata, soprattutto in relazione aibias di generechela influenzano. Lacybersicknessè un disturbo del sistema vestibolare, responsabile dell’equilibrio e della coordinazione dei movimenti.Quando una persona utilizza un dispositivo digitale per un periodo prolungato, il sistema vestibolare riceve una serie distimoli sensoriali contrastanti, come la visione di un movimento virtuale e l’immobilità del corpo, che possono causare una sorta didisorientamento percettivo. Questa condizione può essere aggravata da una serie di fattori, come la mancanza di luce naturale, l’uso prolungato di dispositivi digitali e la scarsa qualità degli ambienti di lavoro o di gioco. Altre cause che possono influenzare la cybersickness sono: lavelocità direfreshdell’immagine, l’etàe, appunto,di genere.Ledonne soffrono di più dicybersicknessa causa di unaridotta compatibilità fisica con iparametri dei dispositivi e visori diVAMR(termine ombrello che indica gli innumerevoli sistemi hardware e software di realtà aumentata, virtuale e mista). Una delle correnti interpretative vede le cause di questa disparità di genere nelledifferenze della struttura corporeatra uomo e donna. Occorre però tenere presente che, così come accade nella maggior parte delle nuove tecnologie, in molti studi dedicati alla cybersickness, le donne sono state escluse o sottorappresentate. Inoltre,i sintomi possono essere diversi tra utenti maschili e femminili, anche se queste differenze non sono state ancora del tutto studiate e comprese. Alcuni ricercatori sostengono chele donne potrebbero essere più suscettibilialla “malattia” perché hanno unamaggiore percezione spazialerispetto agli uomini. In particolare,sembrano essere più sensibili ai movimenti incontrollati, come quelli provocati dai giochi in prima persona o dalle simulazioni di guida. Ciò potrebbe essere dovuto a una maggiore sensibilità del sistema vestibolare femminile, ma anche alla scarsa attenzione prestata alle differenze di genere nella progettazione dei dispositivi digitali. Inoltre, i dispositivi digitali e i videogiochi sono spessoprogettatidauominiper uomini. Ma l’inclusione è uno dei temi più importanti per il progresso tecnologico: respingere o minimizzare il problema significaadottare una prospettiva discriminatoria e controproducente.La realtà virtuale e i suoi visori, infatti, trovanoapplicazione anche in molte aree mediche,come la riabilitazione delle funzioni cognitivo-motorie, i disturbi d’ansia e della condotta alimentare. Il problema delle nuove tecnologie è che spesso manca il contributo delle esperienze femminili. Ilmondo virtualerischia di esserecostruito e plasmatosolamente in base alleesigenze maschili. Percombatterefenomeni come la cybersickness contro le donne (così come altri bias di genere che inevitabilmente emergeranno in futuro) è importanteprendere coscienza e diffondere la conoscenzadi questo disturbo. Inoltre, sarebbe necessarioincludere la prospettiva di genere nella progettazione dei dispositividigitali, prestando maggiore attenzione alle differenze nella percezione dei disturbi, al fine di garantire una maggiore equità di genere nella salute e nel benessere di tutte le persone.
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