Leintelligenze artificialidividono: chi le identifica come un progresso irrimandabile e chi, invece, è preoccupato per gli esiti a cui questo nuovo sviluppo tecnologico potrebbe portare. La domanda è, a questo punto, non solo sesiamo pronti ad accettare il cambiamento,ma anche se è ciò che vogliamo. Ilmercatosembra trainare verso losviluppo delle AI:secondo i calcoli diAnitec-Assinform, nel 2022 solo in Italia hanno registrato unacrescita del 22%,raggiungendo un valore di mercato di circa422 milioni di euro, una cifra cheper il 2025 potrebbe volare a 700 milioni. I benefici, allo stesso tempo, potrebbero essere numerosi e coinvolgere diversi settori. Per esempio,secondo l’analisidella società di ingegneriaInferenz, leintelligenze artificialifiniranno per riflettersi suitrasporti, sulleindustriee sullestrutture sanitarie, aiutando i medici a fornire il miglior servizio possibile ai propri pazienti. L’indagine diInferenzevidenzia come sia possibile ottenere un miglioramento a 360 gradi: non solo grazie a una maggior rapidità nei processi amministrativi e burocratici, ma anche nel supporto alla diagnostica e cura del paziente. Oltre il90% degli intervistati(tutti operanti nelsettore sanitario) guarda conottimismoallo sviluppo delle AI e il63%delle aziende mediche ha giàadottatosistemi di intelligenza artificialeper l’attività di screening preliminare. I rischi, però, potrebbero essere molteplici. L’Economistparagonailcambiamento in arrivo a 3 eventistorici che hanno, innegabilmente, modificato le nostre vite:l’introduzione del browser, la nascita della stampae lapsicoanalisidi Freud. All’inizio degli anni ’90, i computer sono stati i protagonisti di una rivoluzione: il browser ha creato una nuova modalità d’uso per icomputer, rendendoli facilmente accessibili alla maggior parte della popolazione. È proprio lasemplicitàel’immediatezzadell’utilizzo di questi sistemi che ricorda le AI, dove all’utente viene richiesto il semplice inserimento di una parola o di un’indicazione per avviare la ricerca e ottenere la soluzione desiderata. E ancora, l’invenzione di Gutenberg ha portato alla nascita della stampa regalandoci un’infinità di storie che ci hanno fatto emozionare, piangere e arrabbiare. Il nostro mondo senza i giornali o i libri non sarebbe certamente lo stesso. La domanda a questo punto è:l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare le carte in tavola?Forse. Certamente, potrebbe portare a unaumento delle possibilità di creare video e immagini,ma con il conseguente rischio di incremento di produzioni false. Un problema sia per le personalità di spicco, (come politici o personaggi famosi, che potrebbero veder ritoccate le proprie idee e affermazioni) ma anche per tutti gli utenti dei social network come Instagram, Facebook o TikTok, dove si creerà «unafornitura di disinformazione infinita», afferma Renée DiResta, scrittrice e ricercatrice delloStanford Internet Observatory. A questo si aggiunge un ulteriore spunto di riflessione:i libri perderanno il loro senso? Continueranno ad appassionare milioni di lettori oppure la possibilità di “comprendere” un’opera senza neanche leggerla prenderà il sopravvento? Insomma, esisteranno ancora biblioteche meravigliose (come la Biblioteca del Congresso a Washington che conta oltre 160 milioni di opere) ocollezioni private(come quella dello stilista Karl Lagerfeld che vanta circa 300.000 volumi)? È anche vero che, secondoInferenz,le AI potrebbero aiutarci a mettere a fuoco le necessità di uno studente, comprendendone le sue emozioni e le sue difficoltà. Accanto al libro nascerebbero, dunque, deitutorpersonalizzatiin grado di spostare il focus sull’alunno.Un’opportunità enormeanche secondo l’Unesco:le intelligenze artificiali hanno le potenzialità per agire concretamente sullariduzione delle disuguaglianze,garantendo a un numero crescente di bambini il diritto allo studio. Infine, l’Economistaccosta la nascita della psicoanalisi freudiana alle AI. Freud ha, senza ombra di dubbio, dato alla luce un nuovo modo di conoscere sé stessi. Le AI potrannomodificare, alla pari di Freud, ilmodo in cui percepiamo noi stessi?In primis, potrebbero svilupparsi legami pericolosi derivanti da un’incapacità di analizzare e distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Un problema che, forse, in parte conosciamo già con i social network e che potrebbe acuirsi tramite l’utilizzo diChatGpt o LMM. Mentre tutti dibattiamo riguardo il ruolo che le AI dovrebbero e potrebbero avere sulle nostre vite, nel frattempo queste tecnologie irrompono nei campi più disparati. Nel settoremoda,Levi’sannuncia di volerutilizzare modelli e modellerealizzate dall’intelligenza artificiale per essere un marchio maggiormente inclusivo; nel mondo dell’arte, la musicista statunitense Laurie Andersen ingloba l’AI nella propria produzione. Andersen, insieme a un team specializzato dell’Australian Institute for Machine Learning,sta lavorando a un programma di AI che, a partire da un testo o da un’immagine, utilizzi le parole dell’autrice stesse percreare poemi completamente nuovie inerenti alla ricerca inserita. Un esempio?Su Twitterlo stessoAustralian Institute for MachineLearningcondivide l’inserimento in un’immagine di un neonato in piattaforma e la conseguente creazione di un testo, capace di far commuovere. Ma si tratta di un nuovo modo per esprimersi o unlimite alla creatività umana? Il dibattito è ancora aperto.Secondo lo studiodellaOxford University’s Future ofHumanity Institute, lo sviluppo tecnologico non prospetta alcuno stop:in solo 3 anni le AI saranno in grado di scrivere autonomamente saggi,mentre per il2027gliautisti non saranno indispensabiliper la guida di un’automobile; entro il 2031 le macchine riusciranno a essere più efficienti dell’essere umano nel mercato del retail. Ma è proprio questo ciò che vogliamo? Molti pensano di no, al punto che lo scorso 29 marzo quasi 6.000 persone tra esperti e comuni cittadini hanno firmato una lettera aperta in cui mettevano a nudo tutta la loro preoccupazione riguardo il tema,chiedendo la sospensione degli esperimenti avanzati sulle intelligenze artificiali. La strada che stiamo percorrendo potrebbe essere senza ritorno e cambiare per sempre la nostra cultura, il nostro modo di informarci e perfino il corso della storia. Per questo ilcompromesso tra sviluppo tecnologico e umanitàsembra essere sempre più necessario.
«A nome dello Stato danese, a nome del Governo: mi dispiace». Con queste parole…
A poco più di un mese dagliStati Generali della Natalità, lasituazione demografica italiananon sembra…
Dall’Accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”. È questo il tema scelto quest’anno per la Giornata…
Una donna muore ogni due minuti per complicanzelegate al parto e alla gravidanza. Lo…
Dall’11 novembre al 7 maggio 2023,Palazzo Albergati a Bolognaospita la mostraJago, Banksy, TvBoy e…
La semplice diversificazione delle importazioni dicombustibili fossiliper liberarsi dalla dipendenza russa - che garantisce…