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Carne coltivata, arriva il grasso riprodotto in laboratorio

 

Mentre il Governo italiano continua adiscuteredi carne cosiddetta “sintetica”, che tecnicamentenon esiste, continuano i progressi dellacarne coltivatain laboratorio a partire dalle cellule animali, anche questa ancoralontanadall’arrivare sulle nostre tavole, per conferirle un sapore e una consistenza simili a quelle ottenute tramite la macellazione. La maggior parte di questi prodotti in fase di sviluppo, infatti, si presenta sotto forma di unamiscela non strutturata di cellule, come bocconcini o polpette di pollo. Manca insomma laconsistenzafornita da fibre muscolari, tessuto connettivo e grasso. Ora un team di ricercatori statunitensi ha prodotto con successotessuto adiposoin laboratorioche possiede una consistenza e una composizione simili ai grassi naturali degli animali. I risultati della ricerca, condotta dal Dipartimento di ingegneria biomedica delTissue Engineering Resource Centerpresso laTufts University, Massachusetts, e dal Dipartimento di ingegneria biologica delMit(Massachusetts Institute of Technology), sono statipubblicatiall’inizio del mese sul sito dell’organizzazione no profiteLife. In naturai vasi sanguigni e i capillari forniscono ossigeno e sostanze nutritive in tutto il tessuto. I ricercatori non sono ancora in grado di replicare quella rete vascolare su larga scala nel tessuto coltivato in laboratorio, quindi possono solo far crescere muscoli o grasso fino a pochi millimetri. Per aggirare questa limitazione, gli scienziati hanno coltivatocellule adipose di topi e maialiprima in uno strato bidimensionale piatto, quindi hanno raccolto quelle cellule e le hanno aggregate in una massa tridimensionale conleganticome l’alginato di sodioe l’enzima dellatransglutaminasi microbica(mTG), entrambi giàutilizzatiin alcuni alimenti. «Il nostro obiettivo era sviluppare unmetodo relativamente semplice per produrre grasso sfuso. Poiché il tessuto adiposo è costituito prevalentemente da cellule con pochi altri componenti strutturali, abbiamo pensato che l’aggregazione delle cellule dopo la crescita sarebbe stata sufficiente per riprodurre il gusto, la nutrizione e il profilo di consistenza del grasso animale naturale», haspiegatoJohn Yuen Jr, primo autore dello studio. «Questo metodo di aggregazione di cellule adipose coltivate con agenti leganti può essere tradotto in unaproduzione su larga scala di tessuto adiposo coltivato nei bioreattori, un ostacolo chiave nello sviluppo di carne coltivata», ha commentato David Kaplan, autore dello studio e direttore delTufts University Center for Cellular Architecture(Tucca). «Continuiamo a guardare ogni aspetto della produzione di carne coltivata – ha concluso – con l’obiettivo di consentire laproduzione di massadi carne che abbia l’aspetto, il sapore e sembri a tutti gli effetti una cosa reale».

Redazione

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