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Crisi climatica, El Niño: il 2023 potrebbe essere più caldo del 2016

 

Letemperatureglobali potrebbero segnarenuovi recordnei prossimi mesi a causa delritornodel fenomeno climaticoEl Niño(Oscillazione Meridionale)che dovrebbe presentarsi nellaseconda parte dell’anno.Ciclicamente, con un intervallo variabile fra i 3 e i 7 anni, l’evento climatico provoca unforte aumento delle temperature delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale, per poi dispiegare i suoi effetti su scala planetaria con un incremento notevole dei fenomeni estremi. Secondo le ultime previsioni dei modelli climatici,El Niñodovrebbeporre fine al fenomeno opposto, conosciuto comeLa Niña, che per circa 3 anni ha aiutato araffreddare leggermente le temperaturedel Pianeta, nonostante il peggioramento della crisi climatica. A causa del suo ritorno,le estati del 2023 e del 2024 potrebbero sperimentare temperature mai viste prima. «SeEl Niñosi dispiega, ci sono buone possibilità che il 2023 sarà ancora più caldo del 2016, considerando che il mondo ha continuato a riscaldarsi mentre gli esseri umani continuano a bruciare combustibili fossili» haaffermatoil professoreFriederike Otto, dell’Imperial College London’s Grantham Institute. Un’affermazione condivisa da Carlo Buontempo, direttore delCopernicus Climate Change Servicedell’Unione Europea: «El Niñoè normalmente associato a temperature da record a livello globale. Se ciò accadrà nel 2023 o nel 2024 non è ancora noto, ma è, credo, più probabile che no ». SecondolaNational Oceanic and Atmospheric Administration(Noaa) c’è il62% di possibilitàche questo fenomeno inizifra maggio e luglio 2023,con una durata compresa fra9 mesi e 1 anno, anche se alcuniEl Niñosono durati anche 3 o 4 anni. Il ritorno di questo particolare evento climaticodovrebbe comportarenel continente europeoinverni più freddi e secchi al Nord,rispetto a quelli più umidi del Sud. Negli Stati Uniti ci sarà probabilmente un clima più secco e più caldo nelle aree settentrionali, mentre forti piogge e inondazioni investiranno la parte sud-est. Anche l’Indonesia e l’Australia sperimenteranno un clima più caldo e arido con il rischio di rivedere i grandi incendi degli ultimi anni. Infine, aumenteranno gli uragani nel Pacifico, che metteranno a rischio gli insediamenti in numerose isole. Il mondo dovrà fronteggiare complessivamenteondate di caldo più intense,constagioni estive prolungateedeventi estremipiù pericolosi e potenti. Con l’estendersi del fenomeno climatico in tutto il Pianeta,la temperatura globale potrebbe aumentare di circa 0,2 gradi,con il rischio di superare momentaneamente nei prossimi 5 anni il famoso limite di 1,5 gradi stabilito nel 2015 con l’Accordo di Parigi. Prevediamo che sarà un evento da moderato a forte, oltre 1,5 gradi Celsius», haaffermatoJosef Ludescher, ricercatore delPotsdam Institute for Climate Impact Research. L’intreccio fraEl Niño ecrisi climatica-ambientale potrebbe avere delle conseguenze drammatiche per ighiacciai europei, chenegli ultimi 2 anni hanno perso una quantità record di neve e ghiaccioa causa di scarse nevicate e temperature elevate,secondole rilevazioni dellaWorld Meteorological Organization. Nessun accumulo di neve è sopravvissuto alle temperature della stagione estiva in alcuni delle vette più alte delle Alpi, segnando nuovi record negativi da quando sono iniziate le registrazioni.Nel 2022 i ghiacciai svizzeri hanno perso circa il 6% del loro volumee dal 2001 si sono ridotti di un terzo.

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