Categories: Economia

Bes: male per parità e giovani

 

Istatha presentato ladecima edizione delRapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes):12 articoli in cui vengono analizzati idomini del benessere,con particolare attenzione alledifferenze territorialie alledisparità di genere ed età. L’indagine fa parte degli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica italiana, con l’obiettivo di valutare l’avanzamento del Paesein ambito sociale e ambientale. Idati aggiornati al 2022mostrano come, su un totale di152 indicatori statisticiriguardanti il benessere equo e sostenibile,58 registrino un aumentorispetto ai livelli pre-pandemici; il 13,8% si mantiene su livelli stabili, mentrepeggiorano i domini delle Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e benessere economico(che corrispondono a un terzo del totale). Secondo il rapporto,il 54,1% delle misure di benessere evidenzia un miglioramento per le donnea fronte del39,2% registrato dagli uomini; nonostante ciò, su 86 indicatori complessivi, 60 illustrano un divario di genere che le vede penalizzate. Nel dominio dell’istruzione, sebbene l’incidenza femminile sia del58,4%tra le ragazze che hanno conseguito un titolo di studio terziario, la quota di donnelaureate nelle discipline Stem(scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) èinferiorenel range di popolazione dai 20 ai 29 anni. Nel 2022, il mercato dellavorosegna un generale miglioramento:aumentano gli occupati tra i 20 e i 64 anni del 2,5%rispetto all’anno precedente; il tasso di occupazione supera i livelli del 2019 e recupera il crollo del 2020, mentre si conferma la tendenza dei “lavori a termine”, con un aumento del 4,6%. La presenza femminile aumenta tra le donne di 25-49 anni con figli tra 0 e 5 anni e quelle senza figli. Ma la disparità di genere è comunque confermata, in particolare nel dato che individua il fenomeno della sovra-istruzione, che colpisce il28,1%delledonneche possiedono untitolo di studio superiore a quello più frequente per svolgere la professione. Positivo è l’indicatore relativo all’incremento della presenza femminile nelle posizionidirappresentanza politica, aiverticidelle istituzioni e neiconsiglidelle grandi società quotate in borsa(+25,1% dal 2013); tra queste ultime, si denota una rapida e rilevante riduzione del gender gap che passa dal 64,4% del 2013 al 14,2% del 2022. In termini di squilibri, si registra un vantaggio della generazione degli adulti di 45-54 anni per quasi la metà degli indicatori di benessere sui giovani dai 14 ai 34 anni. Nello specifico, l’analisi relativa al benessere rileva che il46,2% delle persone si ritiene molto soddisfatta per la propria vitae la percentuale cresce anche per la fascia d’eta tra i 14-19 anni, l’unica che aveva registrato un calo nel periodo tra il 2019 e il 2021. I dati negativi per i giovani sono riconducibili alle difficoltà riscontrare durante il periodo pandemico e agli ostacoli che concernono la ricerca di un’occupazione. Nello specifico, l’analisi sul dominio dellasalutemette in luce come l’indice dibenesserepsicologicosi mantenga su valoriinferiori rispetto al periodo pre-covidper la fascia di età compresa tra i14 e i 24 anni;inoltre, il benessere fisico riscontra esiti negativi derivati dall’aumento della quota di persone sedentarie, di giovani fumatori e con l’abitudine al “binge drinking”. La pandemia ha avuto un grande impatto sull’occupazione giovanile: iNeet(Neither in employment nor in education and training) tra i 15-29 anni corrispondevano, nel 2020 e nel 2021, rispettivamente al 23,7% e al 23% dei giovani. La percentuale dei non inseriti in un percorso scolastico e non occupati è diminuita al19% nel 2022, una porzione di giovani nettamente maggiore rispetto allamedia europea che si attesta attorno all’11,7%. Oltre alle disparità di genere ed età, il Rapporto Bes si focalizza sulledifferenze territoriali.In una classificazione degli indicatori sui 5 livelli di benessere, per il Nord-est il 60,5% ricade sul livello medio-alto, mentre al Sud e nelle Isole si attesta a un esiguo 19,4%; ciò è attestato dalla presenza di servizi e un mercato del lavoro più ricco nel Settentrione. Alcuni esempi sono la diffusione dellaraccolta differenziata,praticata dal71,7% dei residenti nelle regioni del Nordcontro il45,8% dei residenti alSud;l’irregolarità del servizio idrico, che passa da un 3,4% al Nord al 26,7% delle Isole; o, ancora, l’uso regolare di internet,con una navigazione in rete del78,6% delle persone al Nord contro il 70,6% del Mezzogiorno.

Redazione

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