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Azerbaigian: il movimento Fem-Utopia dona speranza alle donne

 

Il revenge porn è, inAzerbaigian, uno tra i metodi più usati persilenziare i dissidentie lefemministe. L’inchiestapubblicata daOccrp,Organized Crime and Corruption Reporting Project,ha infatti denunciato che lesostenitrici dell’attivista azeroBakhtiyar Hajiyev(che a marzo ha terminato un lungo sciopero della fame) sono state coinvolte in unacampagna diffamatoria a sfondo sessuale. È metà febbraio quando fotografie compromettenti difemministe, giornalistee donnevicine a Hajiyev vengono pubblicate su vari social network con l’intento discreditare la loro reputazionepersonale e professionale.Alcuni canali Telegram hanno inoltrereso pubbliche informazionisensibili(indirizzi di casa, conversazioni private) e, proprio per la tipologia dei dati estrapolati, si sospetta che a dirigere questecampagne di odiosiano gliagenti del Governo,per impedire alle dissidenti di parlare. Ricordiamo che l’Azerbaigian è stato uno tra i Paesi che ha utilizzato lospyware Pegasusper controllare gli oppositori. Tra le attiviste che hanno subitoattacchi onlinea causa della loro vicinanza con Hajiyev, ancheGulnara MehdiyevaeNarmin Shahmarzade, fondatrici delprogetto femministaFem-Utopia,già vittime in passato di numerose campagne infamanti a opera di troll che in Azerbaigian prendono di mira soprattutto le femministe. Per capire meglio il terreno su cui agiscono le 2 donne, è importante sottolineare che, a causa del contesto politico caratterizzato da regolamentazioni severe, è molto difficile fondare organizzazioni non governative,soprattutto se di ideologia femminista. A fare da eccezione è però proprio il collettivoFem-Utopia. «Una delle iniziative femministe più attive è Fem-Utopia – ha dichiarato Mehdiyeva aJam News -sto lavorando a questo canale YouTube che è il primo canale femminista in Azerbaigian che produce materiale educativo in lingua azera. E voglio fare tutto ciò che è in mio potere per sviluppare questo progetto».Fem-Utopiaè un gruppo di attiviste il cui obiettivo èeducare e far conoscere alle donne, e alla comunità Lgbtq+,quali sono i propridiritti;aiuta inoltre le donne vittime di violenza, offrendo loro consigli per l’assistenza legale. Un compito non banale, considerando che in Azerbaigian si registra unaltissimo numero di femminicidie le vittime spesso vengono obbligate alla riconciliazione.France24, in un articolo del 2021, ha riportato che i2.000 di casi di violenzadomesticacontro le donne segnalati ogni anno sono solo una minima parte, poiché la maggior parte delle vittime non denuncia erimane in silenzio. A rendere ancora più drammatica (e isolata) la condizione delle donne è il fatto che, stando a quantoraccontato daEurasianet, in tutto il Paese (almenofino al 2019compreso) erano presentisoltanto 3 case rifugioper le vittime di violenza. Fem-Utopia,non a caso, promuove campagne mediatiche e incontri per informare le donne riguardo i propri diritti, offrendo l’opportunità di dialogare e confrontarsi per capire, in mancanza di una legislazione che le tuteli,come migliorare la propria condizione di vitain Azerbaigian. Il 28 febbraio, a esempio, il movimento ha organizzato ilprimo concerto di protesta femministanel Paese; nei mesi precedenti, invece, si è incontrato a Smirne con i gruppi femministiWomen’s Defense NetworkeMor Dayanishma, e ha discusso della condizione lavorativa e salariale delle donne. A causa delregime autoritariopresente in Azerbaigian (il potere è fortemente concentrato nelle mani di Ilham Aliyev, presidente dal 2003), le attività di Fem-Utopia, e non solo quelle, sono sotto il controllo delle forze dell’ordine, e bersaglio d‘odio misogino. A dare una chiara immagine di questa situazione è l’altra attivista di Fem-Utopia, Narmin Shahmarzade, che aJamNewsracconta: «Diverse persone,anche quelle che non si definiscono femministenella vita ordinaria,siunisconoa noi. In circostanze normali, queste manifestazioni sarebbero abbastanza tranquille, ma a causa della costante interferenza della polizia, questi eventi sono tutti etichettati come scandalosi». Shahmarzade denuncia chemolti cittadini non sono informatiriguardo le loro iniziative e questo consente allapoliziadi divulgareun’immagine negativadell’organizzazione, creando disinformazione e paura. Nonostante le enormi difficoltà ad agire in un territorio come l’Azerbaigian, grazie a Fem-Utopia molte donne e ragazze stanno avendo l’opportunità di costruire unarete solidale,formando una coscienza collettiva e continuando così lo slancio femminista sorto nel 2019, anno in cui, secondo l’accademica azera Nurlana Jalil,è rinato il movimento femminista azero.

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