Il problema delvoto fuorisederimane ancora una volta irrisolto. Nonostante l’accordo raggiunto dalle forze politiche riguardo la proposta di legge presentata a ottobre 2022, il Ministero dell’Internoharespintola possibilità di far votare a distanzai cittadini che hanno il domicilio in un Comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro o cura, eccetto nei casi di referendum. L’esercizio del diritto di voto è nella praticanegato a oltre 5 milioni di cittadini, costretti a fare ritorno al proprio Comune di residenza per poter votare alle elezioni. Per ovviare al problema, ildisegno di leggepresentatodalla deputata Marianna Madia (Pd) proponeva di intervenire attraverso il cosiddettovoto anticipato presidiato:lo studente o il lavoratore fuorisede avrebbe potuto cioèchiedere tramite Spid di votarenel Comune di domicilio temporaneoentro 45 giorni prima, per poi esprimere la propria preferenza in quello stesso Comune il giorno prima delle votazioni, così da permettere l’invio delle schede nel Comune di residenzain tempo per lo spoglio. LaCommissione Affari costituzionali della Camera ha approvato il testo,rifiutando però il sistemadi voto proposto per “difficoltà organizzative”. Della proposta originale si è quindi salvata soltanto laparte che prevede il voto fuorisede in caso di referendum. Questo perché il passaggio dal Comune di residenza a quello di domicilio non comporta alterazioni della rappresentanza e dell’eguaglianza del voto.Le schede dei referendum infatti sono identiche in tutto il territorio nazionalee, ai fini del risultato, dice il Ddl, “non assume alcun rilievo il luogo in cui l’elettore esprime il proprio voto, essendovi un’unica circoscrizione nazionale”. Non è la prima volta che il Ministero dell’Interno si oppone alle decine di proposte di legge susseguitesi negli anni per tutelare ildiritto costituzionale al votodei cittadini fuorisede. L’ultimo disegno di legge, presentato nel 2019, mirava a introdurre ilvoto per corrispondenzae, in via sperimentale, anche il votoelettronico. 2 anni dopo però, il Viminale si era opposto per ostacoli definiti “insormontabili” e aveva escluso la possibilità di voto a distanza per le successive votazioni politiche. Le barriere che il Ministero definisce “organizzative” rendono l’Italia, insieme a Malta e Cipro, l’unico Paese europeo senza una leggeche consenta di votare fuori dalla propria città di residenza. È vero,esistono agevolazioni economichededicate per gli spostamenti tra le Regioni, ma irincarirendono comunquepoco accessibileil costo dei biglietti e leore di viaggiosono superioria 4 per quasi 2 milioni di persone (il38% del totaledei fuorisede), mentre nel15%dei casi diventanopiù di 12. Per offrire questi sconti, negli ultimi 15 anni lo Stato ha speso più di 60 milioni di euro. Ma quali sono iproblemiconnessi alvoto per corrispondenza? Il tema principale è quello dellasegretezza. Nella scorsa legislatura è stato presentato un libro bianco, redatto dalla commissione di esperti istituita dal Governo Draghi per studiare la possibile riduzione dell’astensionismo e l’agevolazione del voto: i risultati dicono cheil voto per corrispondenza offre minori garanzie,per quanto riguarda la segretezza, la personalità e quindi la libertà del voto, rispetto al voto anticipato presidiato. Ilvoto per corrispondenza(cioè il voto che l’elettore esprime per via postale, solitamente tramite una raccomandata) oggi è utilizzato dagli elettori italiani che risiedono o si trovano temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, di studio o di cura. InEuropaè fruibile dai cittadini fuorisede nella maggior parte dei Paesi in cui il sistema è utilizzato per votare, ovveroAustria, Germania, Lussemburgo, Spagna, Slovenia, Polonia e Ungheria. Ilvoto anticipato presidiato,utilizzato da 18 Stati Ue, sarebbe in grado di ovviare alle obiezioni che da sempre si accompagnano al voto per corrispondenza. Tra questi, il rischio connesso al trasferimento delle schede elettorali per raggiungere il seggio dove l’elettore è iscritto. Oltre a tutelare il diritto di voto e aridurre l’astensionismo,un altro incentivo al voto a distanza riguarderebbe ilcontrasto al voto di scambio.L’Istatstimache a quasi2 milioni di cittadinisiano stati offertidenaro, favori o regali per avere il loro voto alle elezioniamministrative, politiche o europee, soprattutto al Sud e nelle Isole. Per l’ongThe Good Lobby,promotrice della campagnaIo voto fuorisede, “votare a distanza darebbe spazio, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, a unanuova generazione di elettoriche, lontana da influenze illecite e clientelismi, garantirebbe più legalità e meno corruzione”. Indicato come possibile via per risolvere in sicurezza il problema del voto a distanza, il voto anticipato è quindi stato adottato come riferimento nella recente proposta di legge, tuttavia rigettata dal Ministero. Alla luce delle critiche avanzate, il Ddl potrà ora essere modificato: intanto, per un’altra legislatura (la quarta), chi vorrebbe votare rischia di non poterlo fare.
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