Il leader d’opposizionealle prossimeelezioni Presidenziali turchedel 14 maggio saràKemalKılıçdaroğlu,segretario delPartito Popolare RepubblicanoChp. Lo scorso mese (6 marzo), dopo 2 giorni di confusione, si è ricomposta lafrattura che rischiava di far saltare il progetto di coalizionedei 6 partiti che si oppongono al leader dell’Akp- Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Erdogan, appunto). In particolare,Meral Aksenerdel Partito nazionalista kemalistaIyi, inizialmente non convinta della scelta del frontman della coalizione,aveva abbandonato il tavolo dei 6ma, successivamente, ha accettato uncompromesso: candidare isindaci di Ankara(Mahsur Yavas) e diIstanbul(Ekrem Imamoglu), entrambi esponenti del partitoChp, comevicepresidentie che lei stessaaveva indicato come adatti alla leadership. Leragionidella sua iniziale ostilità sono radicate anche nell’identità curda(da sempre perseguitata in Turchia) diKılıçdaroğlu, che professa inoltre la religione alevita. Il “campo anti Erdogan” comprende, oltre ai 2 partiti principali già menzionati, ilDevadi Ali Babacan (in passato ministro dell’Economia con Erdogan), l’esordienteFuturodi Ahmet Davutoglu (anche lui in passato ministro degli Esteri, ex premier dal 2014 al 2016), il Partito della FelicitàSaadet(coordinato da Temel Karamollaglu) e, infine, il Partito Democratico di GultekinUysal. «Non sono solo io- ha dichiarato Kılıçdaroğlu a una folla di migliaia persone riunita fuori il quartier generale delChp(Ankara) a marzo – 84 milioni di persone sono candidate per questa posizione» Come riportato daBalkan Insight, dopo l’annuncioci sono stati segni di crescente fiducia da parte del resto dell’opposizione.Infatti, anche la sinistra guidata dal Partito democratico popolare filo-curdoHdpha suggerito chepotrebbe astenersi dallo schierare il proprio candidato,per sostenere il leader delChp. Tra le promessedel principale avversario di Erdogan, lalotta alla corruzionee ilritorno nella Convenzione di Istanbulper la prevenzione della violenza contro le donne. Aridurre le chance di vittoriadi Kılıçdaroğlu al primo turno (per cui ènecessario ottenere più del 50% dei voti) c’è la decisione dell’ex membro del centrosinistra Muhammer Ince,presidente dell’Homeland Party,diunirsi alla corsa alle presidenziali. Come riportato daReuters, giàprima deicatastrofici terremotiche hanno colpito il sud-est della Turchia,Erdogan aveva visto la sua popolarità dimezzarsia causa dell’inflazione,salita ufficialmente al 64% nel 2022 secondo ilTurkish Statistical Institute(Tuik). “Secondo gli ultimi sondaggi di opinione condotti da 11 diverse società – scriveEuronews- l’Akp(di Erdogan,ndr)è in testa alla corsacon oltre il32%dei voti, seguito dalChp(Kılıçdaroğlu,ndr)che dovrebbe vincereintorno al 27,6%.Hdp- aggiunge – è al terzo posto con circa il 10,7%”. Da quando il suo partito è stato eletto nel 2002, Erdogan non ha mai affrontato una seria minaccia elettorale; da quel momento, ha progressivamenteplasmato la Turchiasecondo la sua visione di una società piùconservatricee i suoi obiettivi di tornare aessere una potenza militare regionale imperialista, come dimostrato dagli attacchi alla popolazione curda nel nord della Siria e in Iraq. Lacriminalizzazione del dissensoera già una pratica “normale” nei confronti della popolazione curda, ma con il Presidente in carica è diventata prassi anche verso tutte le altre forme di opposizione al suo operato: non è stata risparmiata nemmeno la copertura del più grave terremoto degli ultimi decenni. Infatti, oltre ai cittadini (puniti per la diffusionedi post che criticavano i mancati aiuti del Governo), anche igiornalisti sono stati arrestatiper aver diffuso notizie relative al terremoto. Ma le proteste contro il Governo sono sempre più intense, anche all’interno di molti stadi e palazzetti sportivi. Il sentimento delle tifoserie potrebbe presagire quello che sarà il sentimento pubblico di fronte alleelezioni più importanti della storia turca.
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