Con 92 voti favorevoli, 64 contrari e nessuna astensione,il Senato ha approvato, con alcune modifiche,il decreto migranti del Governo. Il provvedimento, relativo ai “flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”,passa ora all’esame della Camera, che deve convertirlo in legge entro il 10 maggio.È probabile che il Governo porrà la fiducia. Dopo il via libera in Aula sono esplosi gli applausi di chi esultava e i cori dei contrari che manifestavano il proprio dissenso al provvedimento. I favorevoli lo definiscono uno strumento fondamentale contro gli scafisti e l’immigrazione illegale, mentre chi si schiera controil decreto varato dal Governo all’indomani delnaufragioavvenuto di fronte alle coste della Calabria,a Cutro, il 26 febbraio 2023, parla di una norma irresponsabile e disumana che porterà ad avere più migranti irregolari e più lavoro nero. Il decreto abolisce quasi totalmente laprotezione specialee riforma il sistema di accoglienza dei migranti. Sono andati contro il testo tutte le opposizioni: «In questo decreto legge emanato all’indomani di una tragedia umanitaria – ha dichiaratoFrancesco Boccia, presidente dei senatori del Pd -le tracce di umanità sono difficilmente ravvisabili.Non c’è nessun vantaggio per il nostro Paese nel restringere la protezione speciale. Né nel restringere i termini dell’accoglienza. Anzi, aumenteranno solo il numero di presenze irregolari e il contenzioso in mano ai giudici». Secondo la segretaria del Partito DemocraticoElly Schleinil Dl migranti è «un passo indietro clamoroso sull’accoglienza diffusa che è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci,che garantisce inclusione». Per la senatrice delM5S Alessandra Maiorinosi tratta di un provvedimento «dannosoe utile solo alla vostra propaganda (della maggioranza,ndr), non potete arrabbiarvi se qualcuno lo definisce razzista». Il testo è passato dopo una marcia indietro proprio riguardo la protezione speciale per i richiedenti asilo: l’emendamento presentato da Maurizio Gasparri (e poi ritirato dallo stesso senatore di Fratelli d’Italia), avrebbe fatto venire meno alcuni requisiti richiesti dagli accordi internazionali. L’emendamento contiene le correzioni auspicate dal Governo con la dicitura “nel rispetto dei trattati internazionali” che per Gasparri rappresenta una «piccola modifica che ha reso più trasparente il confronto» senza scavalcare «la Costituzione e i trattati internazionali» in tema di diritti umani firmati dall’Italia. E il giro di vite sulla protezione rimane,restringendo i criteri per accedere alla protezione speciale. Che cosa cambia nel decreto?ComespiegaAnsa, “pur mantenendo i permessi speciali, li circoscrive ed elimina la possibilità che possano essere convertiti in permessi di soggiorno per ragioni lavorative, se lo straniero trova una occupazione”. L’emendamento voluto da Gasparri elimina la possibilità di trasformazione in un permesso per motivi di lavoro, oltre a concedere il permesso alla persona straniera se nel Paese d’origine si è verificata “una calamitàcontingente ed eccezionale(e non più “grave”,ndr) che non consente il rientro e la permanenza in condizioni di sicurezza”. Inoltre, il permesso può essererinnovato per soli 6 mesi. È stato introdotto anche ilnuovo reato penale per i cosiddetti “scafisti”: l’articolo 8 del decreto Cutro prevede pene da 20 a 30 anni per “chiunque, in violazione delle disposizioni“ del Testo Unico sull’Immigrazione “promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato” se dall’azione derivano morte o lesioni con “qualunque” mezzo di trasporto utilizzato. Approvata anche una norma perpotenziare la rete deiCentri di permanenza per i rimpatri(Cpr) dei migranti irregolari, strutture in cui vengono detenute le persone prive di un permesso di soggiorno valido in attesa di essere espulse: l’articolo 10 decreto Cutro consente al Governo di derogare a una serie di norme per poter costruire nuovi Cpr con l’obiettivo di gestire meglio l’immigrazione irregolare e favorire i rimpatri.
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