Sempre piùamericanidubitano chela vita dei loro figlisarà migliore della propria. Lo rivelail nuovo sondaggioriportato dalWall Street Journale realizzato daNorc,organizzazione di ricerca apartiticache monitora tendenze e cambiamenti sociali e ha sede allaUniversity of Chicago. Da 30 anni a questa parte,Norcrealizza uno studio periodico riguardo la percezione degli statunitensi rispetto allaqualità della vitae alleprospettive di felicità delle generazioni future. Quest’anno si è decisamente invertita la direzione di un trend storico: il78%degli intervistati ha affermato dinon essere sicuro che la qualità della vita dei propri figli sarà migliore rispetto al passato. È la percentuale più alta da quando il sondaggio ha incluso per la prima volta questa domanda, nel 1990. Tra l’altro, gli intervistati bianchi erano più propensi a dichiarare di non essere sicuri rispetto agli intervistatinerie ispanici. La ricerca fotografa un crescentepessimismo economicoe una diffusasfiducia rispetto alle garanzie fornite da un buon titolo di studio: 4 intervistati su 5 hanno descritto lo stato dell’economia come non buono o addirittura pessimo, e quasi la metà ha affermato di aspettarsi che peggiorerà nel prossimo anno. Soloil 12% si è descritto come“molto felice”,la quota più bassa mai registratada quandoNorcha iniziato a chiederlo nel 1972, all’interno delGeneral Social Survey. Appena3 persone su 10si definiscono “non molto felici”, la quota più alta mai registrata in mezzo secolo. Il campione preso in considerazione quest’anno comprendeva1.019 adulti, intervistati dall’1 al 13 marzo, la maggior parte prima del crollo dellaSilicon Valley Banke delle successive turbolenze nel settore finanziario. Il 40% delle persone coinvolte nel sondaggio vive con grande preoccupazionele spese sanitarie e il pagamento di affitti e bollette. Il mercato del lavoro, che fino a diversi mesi fa sembrava essere rimasta un’isola felice, oggi comincia a scricchiolare sotto il peso dell’insicurezza finanziaria e del costo della vita. Sull’onda lunga dellapandemia, nei primi 2 mesi del 2023 le imprese hanno ampliato il personale, aggiungendo 800.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione era ai minimi storici. Tuttavia, l’inflazione rimane elevata e il44% degli intervistatiha affermato che le proprie finanze versano in condizioni peggiori del previsto. Inoltre, più di un terzo ha ammesso di non essere affatto soddisfatto di come se la sta cavando finanziariamente emeno di 3 su 10concordano sul fatto che la propria famiglia abbiabuone possibilità di migliorare il proprio tenore di vita. Uno dei motivi per cui gli americani temono per il futuro delle prossime generazione è la sfiducia nelle opportunità sociali ed economiche offerte da un’istruzione universitaria. Circail 56% degli intervistati ha affermato che una laurea di 4 anni non valeva l’investimento economico necessario: gli studenti, una volta laureati, non hanno competenze lavorative specifiche e, di contro,si indebitano fino al colloper permettersi gli anni al college. Il 42%, invece, ha comunque riconosciuto che ne è valsa la pena per le prospettive lavorative e di guadagno. Un’altra inversione di tendenza: l’ultima volta che la domanda era stata posta, nel 2017, c’era ancora una maggioranza di persone che considerava l’istruzione universitaria degna dell’investimento.
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