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Coldiretti: “l’agrovoltaico non rubi spazio alle colture”

 

In Italia, secondoTerna, ci sono1,2 milioni di ettari di superficie agricola non utilizzata, eppureColdirettisembra mettersi di traverso allo sviluppo dell’agrovoltaico. Nei giorni in cuiLegambienteha diffuso un report che parla di come nello Stivalele rinnovabili siano ancora sotto scaccodi Regioni e Soprintendenze, con pochissimi nuovi impianti autorizzati nel 2022, l’associazione di categoria degli agricoltori si è espressa di fattoa sfavore del fotovoltaico a terra, indicando come in Italia ci sarebbero circa100.000 ettari di terra arabile a rischio. Il punto portato avanti daColdirettiè relativo a un possibileeccessivo consumo di suoloda parte del fotovoltaico in maniera incompatibile con l’agricoltura. Il presidente Ettore Prandini ha infatti affermato, in un incontro con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che è «necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionalefermando le speculazioni e il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra che sono incompatibili con l’attività agricola». «La Coldiretti – afferma Prandini – sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste, come a esempio con lecomunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrovoltaico sostenibile esospeso da terra, che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio». Ha però fatto intendere di essere contraria allo sviluppo dell’agrovoltaico che occupa i terreni, aggiungendo che bisogna anche considerare la produzione di crediti di carbonio da parte delle imprese agricole e la loro potenziale vendita ad altre aziende, in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità del Paese», perché il cosiddettocarbon farmingè «un’altra voce di reddito potenziale per gli agricoltori che deve essere resa disponibili attraverso scelte amministrative chiare e semplici». Le preoccupazioni di Coldiretti sono soprattutto legate ad alcune regioni italiane, comela Puglia, dove il 75% degli impianti fotovoltaici è a terra, contro una media nazionale del 42%, e l’associazione teme che in zone come il Salento, ma anche la Sicilia per esempio, si possano avereeffetti negativi sul consumo di suolodovuti dall’espansione dei pannelli. In sostanza, lì come altrove, l’agrovoltaico non deve rubare spazio alle colture, sostengono gli agricoltori.

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