Lo scacco, nell’Italia che punta alla transizione energetica ed ecologica, continua. Perchéle rinnovabili nello Stivale sono ancora e troppo spesso ostaggio della scelta delle Regioni, che in molti casibloccano gli impianti non concedendo autorizzazionigià rilasciate dal Governo. Nel 2022, per esempio,solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha avuto il via liberacompleto e definitivo da parte delle Regioni enessun impianto eolico è stato autorizzato. Di più: oggi risultano1.364 impianti in lista d’attesao ancora in fase di valutazione e il 76% è distribuito nelle terre di sole e vento, ovvero traPuglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Questo è, in sintesi, il quadro che esce dal nuovo rapportoScacco matto alle rinnovabilistilato da Legambienteappena presentato alla fiera della transizione energeticaK.EYa Rimini. Per l’associazione ambientalista, così facendo, nonostante l’Italia dichiari di voler puntare sulle energie pulite, vengono vanificate le semplificazioni e gli sblocchi delle procedure adottate dai Governi Draghi e Meloni nell’ultimo anno. Al report si può aggiungere anche un altra serie di dati forniti sempre alla Fiera di Rimini daItaly For Climateche sottolinea come le rinnovabili siano ancora penalizzate in Italia tanto che nel 2022hanno rappresentato poco più del 35% della produzione nazionale, il dato più basso dal 2014ad oggi, a sottolineare come “non siamo più leader fra le grandi economie europee”. Questo, spiegano dal centro studi dellaFondazione per lo sviluppo sostenibile, non è dovuto solo a “ostacoli burocratici e amministrativi, ma soprattuttoa pregiudizi culturaliche frenano la transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili e rallentano il percorso del Paese verso laneutralità carbonica. Dunque è fondamentale promuovere la corretta informazione e un dibattito pubblico”. Tornando al report diLegambiente, emerge invece soprattutto come siamoin forte ritardo nella realizzazione di nuovi impianti da rinnovabili.Questo perché in molti casi “a pesare è la lentezza degli iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali, i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi”. Dunque, ricordano dall’associazione ambientalista, “urge la semplificazione delle normative, il potenziamento degli uffici regionali e un lavoro congiunto tra i Ministeri dell’Ambiente, delle Imprese e Made in Italy e della Cultura”. Le autorizzazioni rilasciate dalle Regioni negli ultimi quattro anni sono pochissime, mai così basse. Addirittura,se guardiamo all’eolico, siamo a zero: si è passati da una percentuale di autorizzazioni rilasciate nel 2019 del 6%, del 4% nel 2020, del 1% nel 2021 fino allo 0% nel 2022. Nel frattempo, per paradosso, le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale di impianti di energia a fonti rinnovabili sono passateda 168 GW al 31 dicembre 2021 a oltre 303 GW al 31 gennaio 2023.E poisiamo lenti: ci mettiamo troppo tempo a installare. In questa corsa a ostacoli oltretutto “pesano anche i no delle amministrazioni comunali e le opposizioni localiNimby(Not in my backyard) eNimto(Not in my terms of office)”. “Al Governo Meloni – dice il presidente diLegambienteStefano Ciafani– torniamo a ribadire che il Paese non deve diventare l’hub del gas, ma quello delle rinnovabili. Se davvero si vuolecontrastare la crisi climatica, accelerare la transizione ecologica ecentrare gli obiettivi di decarbonizzazioneindicati dall’Europa, l’Italia deve puntare con fermezza su rinnovabili, efficienza, autoproduzione, reti elettriche e accumuli. In questo percorso, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili. Primo fra tutti occorre semplificare l’iter dei processi autorizzativi per garantire certezza dei tempi e potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando. Occorre riordinare la normativa sulle rinnovabili e aggiornare ilPniecrispondendo al nuovo scenario energetico che dovrà evolvere verso la configurazione di nuovi paesaggi sempre più rinnovabili e pensando sia agli obiettivi di decarbonizzazione al 2035 sia al modo migliore di integrarle nei territori”.
Versare i contributi? Sembra ormai essere acqua passata, adesso l'INPS te li regala come un…
«A nome dello Stato danese, a nome del Governo: mi dispiace». Con queste parole…
A poco più di un mese dagliStati Generali della Natalità, lasituazione demografica italiananon sembra…
Dall’Accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”. È questo il tema scelto quest’anno per la Giornata…
Una donna muore ogni due minuti per complicanzelegate al parto e alla gravidanza. Lo…
Dall’11 novembre al 7 maggio 2023,Palazzo Albergati a Bolognaospita la mostraJago, Banksy, TvBoy e…