Categories: Futuro

Stiamo sbagliando il modo in cui curiamo i disturbi mentali?

 

Secondo i dati raccolti dall’Ocse(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico),in Europa consumiamo più antidepressivi rispetto a 20 anni fa:dal 2000, il quantitativo di farmaci assunti per combattere la depressione è più che raddoppiato, registrando unincremento del 147%, seppur con forti differenze da Paese a Paese. Questo aumento ha interessato anche l’Italia, sebbene in misura minore:si stima che nel2021siano state assunte44 pasticche al giornoogni 1.000 persone, contro le 39 del 2014. In particolare, laToscanaè la Regionedove si assumono più antidepressivi, con 66 dosi giornaliere ogni mille abitanti nel 2021.Anche il consumo di benzodiazepine, usate per curare ansia e insonnia, è passato dalle 40 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti del 2015 alle 54,3 del 2021, secondo i dati raccolti dalrapportoOsmeddiAifa(2021). L’aumento del consumo di psicofarmaci, e in particolare di antidepressivi, potrebbe essere un segnale: è arrivato il momento dirivedere il nostro approccioalla cura della depressione e degli altridisturbi mentali.E l’eccessiva medicalizzazione potrebbe non essere la risposta. Come spiega Vito D’Anza (psichiatra e portavoce delForum Nazionale Salute Mentale) aLa Svolta, malattie come ladepressionesonodiagnosticate maggiormente rispetto al passato.«Più depressione viene diagnosticata, più antidepressivi vengono consumati.Il problema è cosa mettiamo dentro la depressione.La forma clinica della malattia esiste ma il problema è l’allargamento degli spazi diagnostici. Oggi c’è maggiore diagnosi, ma diagnosticare di più non vuol dire diagnosticare bene e fare il bene della collettività». E in alcune circostanzemedicalizzare può rappresentare una «scorciatoia»per curare una sofferenza che va affrontata, invece, collettivamente.«Si tende a silenziare con il farmaco senza curare -spiega D’Anza – La risposta medica può essere riduttiva, parziale. Spesso a chi soffre si dà solo il farmaco, lo si visita e gli si dice di passare di nuovo quando starà male». Ma per lo psichiatra chi soffre di un disturbo mentale ha bisogno che al percorso di cura corrisponda unapresa in carico che vada oltre lo schema tradizionale della diagnosi e dell’assunzione di un farmaco. «Lo psichiatra dovrebbe cominciare a fare meno lo psichiatra e più l’operatore dellasalute mentale- continua – Nel percorso di cura dello psichiatra c’è solo la diagnosi e il farmaco, in quello dell’operatore è compreso molto altro: il corso di teatro, il soggiorno al mare, l’appartamento supportato. Questa è la vera cura della salute mentale». Per lenire il dolore psichico il farmaco non basta. È necessario intervenire anche su quelli che l’Oms ha definito come“determinanti sociali di salute”, ovvero i fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo, di una comunità o di una popolazione e che misurano il grado di disuguaglianze e vulnerabilità dei contesti in cui persone o gruppi di persone si muovono. Secondo i dati dell’Oms,il nostro Paese occupa in genere posizioni di “metà classifica” per molti degli indicatori, ma si trova in cima per quanto riguarda i tassi di povertà infantile e lo troviamo al quinto posto per i tassi di disoccupazione tra le donne, in prossimità di Spagna e Grecia.«I determinanti sociali di salute sono fattori esterni alla clinica che incidono così tanto sulle persone che influiscono su come si sta al mondo e come lo si percepisce», spiega D’Anza. È proprio a partire da questo punto che, secondo lui, la psichiatria rivela la sua natura più politica. «Nessun altra branca della medicina ha un rapporto così stretto con la politica come lapsichiatriaperchéha a che fare con la sofferenza, con il malessere,con i modi di percepire la vita delle persone. E se guardiamo al mondo di oggi vediamo che è inserita in un contesto in cui il numero di poveri cresce, mentre i ricchi sono sempre meno ma sempre più ricchi». L’idea diuna cura che non sia solo individuale ma anche collettivanon è utopia. Dal 2005 D’Anza è direttore del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Pescia, in provincia di Pistoia, uno dei pochi reparti in Italia dove le porte per accedere sono aperte. Nel reparto toscano e nei centri diurni di salute mentale della zona si è cercato di applicare un modello collettivo di presa in carico di chi soffre: «Noi non abbiamo voluto organizzare un corso di ballo all’interno del centro diurno, ma abbiamo individuato alcune scuole del territorio, dove “sani” e “malati” si potessero pestare i piedi. Lo stesso abbiamo fatto per il corso di teatro, che abbiamo voluto aprire a tutti i cittadini, e quello di musica, aperto anche aibambini. Sono forme che cercano diostacolare l’esclusione socialedi chi soffre. Perché è la comunità locale in cui siamo immersi, che deve farsi carico delle difficoltà dell’altro».

Redazione

Recent Posts

Ha sciolto tutto quello che aveva alle labbra | Nemmeno Tina Cipollari riuscirebbe a riconoscerla: ha cambiato di nuovo il suo viso

I telespettatori non avrebbero mai immaginato una cosa simile! Anche Tina Cipollari non ha saputo…

3 ore ago

Gli ha rovinato la carriera: la sciagurata accusa contro Belen Rodriguez | La loro storia ha scatenato un enorme scandalo

Qualcuno ha fatto delle dichiarazioni inaspettate su Belen Rodriguez. Si tratta di una persona che…

8 ore ago

Amici scatta la lite in studio tra i due coach: “sono fatti miei” | Maria costretta a intervenire per separarli

In studio tra i due coach scatta la lite che vede Maria costretta a intervenire…

11 ore ago

Ballando con le stelle, il ko ormai è ufficiale: Milly Carlucci in lacrime | La RAI dovrà prendere provvedimenti

Il KO di Ballando con le stelle sembra essere ormai ufficiale, la conduttrice è inconsolabile…

14 ore ago

È questa la notte per avvistare la Cometa Lemmon, dal 21 potrete ammirarla nel cielo: ma solo per un tempo ridotto

Una notte veramente magica quella che arriva oggi, ora è visibile la Cometa Lemmon, ma…

24 ore ago

TERMOSIFONI: il sale ti permette di abbassare la spesa di € 100 | Addio bollette dell’orrore

Il sale permette di abbattere la spesa per l'uso dei termosifoni di ben € 100,…

1 giorno ago