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Sleep Day: la disinformazione ti fa dormire male

 

Ti è mai capitato di non dormire bene la notte? Laricercacondotta dalBrigham and Women’s Hospital, centro medico accademico di livello mondiale con sede a Boston, nel Massachusetts, affiliato allaHarvard Medical Schooldell’omonima università, ha confrontato la comprensibilità, la qualità delle informazioni e la presenza didisinformazionedei popolari video di YouTube relativi alsonnocon quella promossa dai video realizzati da esperti in materia. Il risultato? C’è unaquantità allarmante didisinformazionemedicain numerosi contenuti inerenti alla salute del sonno, cosa che può impedire a chi li fruisce di dormire bene la notte. Internet, spiegano i ricercatori sulla rivista medica mensileJournal of Clinical Sleep Medicine,è una fonte comune di informazioni relative al sonno, ma può esseresoggetta a disinformazione e pregiudizi commerciali. Ilcommercial biascitato dalla ricerca può essere definito come un’informazione presentata con l’obiettivo di influenzare l’opinione dei partecipanti a favore di un particolare prodotto commerciale. Analizzando i video dellapiattaforma da2,5 miliardi di utentiin tutto il mondo, di cui 1,7 miliardi attivi, sono stati confrontati i più popolari riguardo “sonno” e “insonnia” con 5 video di esperti. Il team ha effettuato una ricerca su YouTube utilizzandotermini chiave come “insonnia” e “consigli per il sonno”, per identificare ed etichettare i video popolari sulla piattaforma relativi allamedicina del sonno, la disciplina che analizza e cura le alterazioni del ritmo sonno-veglia. I ricercatori hanno ordinato i video in base alle visualizzazioni, identificando quelli con il maggior numero di visualizzazioni come “popolari”, e li hanno confrontati con quelli provenienti da fonti credibili, identificati da una funzione di YouTube che posiziona i contenuti dei sistemi sanitari in cima ai risultati di ricerca per i termini relativi alla salute. I contenuti sono stati valutati in base allaqualità delle informazioni veicolateda esperti del sonno “addestrati a identificare la disinformazione utilizzando strumenti di valutazione della comunicazione sanitaria convalidati, tra cui ilPatient Education Materials Assessment Toole il questionario breveDISCERN, che fornisce agli utenti un modo valido e affidabile per valutare la qualità delle informazioni scritte sulle scelte terapeutiche per un problema di salute”,spiegal’Harvard Gazette. È emerso che i video più popolari, realizzati da blogger, hanno ricevuto in media 8,2 milioni di visualizzazioni, mentre i video realizzati da esperti 0,3 milioni di visualizzazioni. Le valutazioni degli esperti di medicina del sonno hanno individuato disinformazione e pregiudizio commerciale nei contenuti veicolati da Youtube: in particolare,il pregiudizio commerciale è stato identificato nel 66,7% dei video popolarie nello 0% dei video di esperti. I video popolari contenevano anche più disinformazione rispetto ai filmati realizzati dagli esperti: lo studio ha rilevato che questi contenuti sono stati creati nella maggior parte dei casi da blogger (42,9%), seguiti da professionisti medici ehealth coach(rispettivamente 33,3% e 23,8%). L’Harvard Gazettespiega chepiù del 60% degli adulti negli Stati Uniti dichiara di accedere a Internet per domande relative alla salute in generale, ma anche alla salute del sonno: dai consigli su come dormire bene alla gestione dei disturbi del sonno e dell’insonnia. L’autrice principale dello studio, Rebecca Robbins, ricercatrice dellaBrigham’s Division of Sleep and Circadian Disorderse docente allaHarvard Medical School, ha spiegato al sito ufficiale di notizie diHarvardche «la difficoltà sta nel fatto che numerose informazioni sulla salute sono molto complesse, mentremolti video popolari su YouTube sonoclickbaite prevedono una soglia di attenzione più breve. Oggi le persone vogliono spesso informazioni in formati molto ridotti. Tuttavia, la scienza è fondamentalmente più ricca di sfumature rispetto a un’unica frase o ai 280 caratteri di un postsu Twitter». Anche se i ricercatori non sono in grado di individuare con esattezza il motivo per cui gli utenti tendono a cercare informazioni sulla salute del sonno nei video creati da blogger piuttosto che in quelli degli esperti del sonno, attribuiscono queste tendenze allacapacità dei creatori di contenuti di produrre media coinvolgenti, esteticamente accattivanti e comprensibili dagli spettatori. Il problema delladisinformazione medica, spiega Stuart Quan all’Harvard Gazette(autore senior dello studio, capo clinico e direttore medico delBrigham’s Sleep Disorders ServicenellaDivision of Sleep and Circadian Disorders), è che «può portare i pazienti aevitare le cure o a ricevere le cure sbagliatee può essere dannosa per i risultati dei pazienti. La medicina del sonno non è immune da questo problema». Questa ricerca si è concentrata esclusivamente su YouTube, ma il team spera di espandere gli studi di questo tipo ad altre piattaforme di social media comeInstagrameTikTok, che contano rispettivamente più di 1 miliardo di utenti attivi (di cui il 70% under 35) e 1 miliardo di iscritti (nel 2021). La speranza degli studiosi è che, in futuro, piattaforme come YouTube continuino a trovaremodi creativi per collaborare con i professionisti della salute per combattere la disinformazione.

Redazione

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