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Splash! Lattine, bioplastica, orologi: dove si buttano?

 

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuoledovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Tutti gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località. In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello?Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezzadavanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già. Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato direstare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali,per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto. Le lattine Hai mangiato il tuo kebab preferito, rigorosamente completo, con le cipolle e tanta salsa piccante.Ti ritrovi con la lattina della bibita che hai appena finito davanti ai cestini. Dove andrà? Naturalmente una buona pizza o qualsiasi altro cibo, a seconda dei gusti, possono contribuire al nostro esempio. D’altra parte, le latte si utilizzano abitualmente in casa e in cucina anche per legumi, conserve, passate di pomodoro e molto altro. Per rispondere a questa domanda, occorre fare uno sforzo in più, proprio lì sul momento.Ogni Comune, infatti, ha regole diverse. Per portare un esempio pratico, a Milano le lattine si buttano insieme alla plastica. Ma basta andare pochi chilometri verso sud perché cambi tutto: a Lodi vanno con il vetro. I barattoli di lattasono formati per lo più dall’alluminio, che è riciclabile al 100%. Un’indicazione generale potrebbe essere questa: ai fini del riciclo delle lattine, bisognaindividuare i bidoni della raccolta degli imballaggi in metalloe gettarle dopo averle pulite, senza rivestimenti. La bioplastica I bicchieri usa e getta sono una soluzione pratica e comoda per le festicciole o per le occasioni in cui si hanno ospiti.Per fortuna ci sono quelli biodegradabili.“La musica è finita, gli amici se ne vanno”, avanza giusto una fetta di torta per la colazione di domattina. Ora però c’è da sistemare e rimettere in ordine: ma dove si buttano? Bottiglie, flaconi, sacchetti e pellicole:le bioplastiche sono materiali compostabili e/o biodegradabilirealizzati senza derivati del petrolio ma con l’utilizzo di materie prime rinnovabili come mais, grano, patate dolci, canna da zucchero, alghe e oli vegetali. Stoviglie e oggetti di questo tipodiventano compost e quindi vanno smaltiti nei rifiuti organici, il cosiddetto umido. La difficoltà maggiore sta nell’accertarsi chesi tratti davvero di bioplastichee non di plastica tradizionale: dev’esserci scritto sopra chiaramente “bioplastica compostabile” oppure bisogna saper riconoscere i simboli che corrispondono alla certificazione del materiale. Gli orologi Anche nell’era deglismartwatch,gli orologi arrivano a fine corsa. Per quanto siano accessori a cui ci si affeziona nel tempo, a un certo punto si può sentire la necessità di fare ordine nello spazio di quel cassetto. E così si arriva alla decisione dolce-amara di disfarsene. Manon è un’operazione così scontata. Gli orologi infatti sono “articoli articolati”, composti da più parti e da materiali diversi. È un’altra fattispecie in cui diventano determinanti le regole locali. Tocca dunque armarsi di buona volontà, studiare le norme della propria “tribù” ed essere eventualmente disposti a… inseguire le autorità comunali. Basta dare uno sguardo ai due maggiori centri urbani italiani per rendersene conto. Si dice da sempre cheMilano è tra le città del mondo con più orologi pubblici: sono oltre mille e 350. Ma quelli classici e da polso che fine fanno?Vanno portati nelleisole ecologicheo nei punti di riciclo, facendo attenzione al cinturino che è destinato all’indifferenziata e ancor più alla batteria che spetta alle riciclerie o al Centro Ambientale Mobile (CAM): il sitowww.amsa.it/cittadini/milano/dove-lo-buttoè utilissimo. Invece a Roma, la Città Eterna, è possibilericonsegnare gli orologi ai negozianti che se ne occupano, gettare i cinturini tra i materiali non riciclabili e lasciare le batterie tra le pile esauste o nei centri di raccolta.

Redazione

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