Anche l’Italia vuole dare il suo contributo allasalvaguardia deglioceani.Dopo la firma da parte dei Paesi Onu del trattato dedicato alla tutela delle acque internazionali, la diplomazia diRomasta organizzando unsummitche coinvolga Capi di Governo, ministri e scienziati di tutto il mondo. Il titolo scelto dal ministero degli Esteri per l’incontro èOceani in salute e sostenibili, per un futuro equo e prospero. Le date dello “special event” sono ancora in dubbio, ma la Farnesinaipotizza di organizzarlo per il 4 e il 5 luglio 2023.L’obiettivo è firmare un documento congiunto e lanciare l’iniziativa 30×30, per raggiungere entro il 2030 il 30% delle aree marine protette. Per l’incontro sono stati coinvolti gli84 atenei italiani dellaRus,laRete delle università per lo sviluppo sostenibile;avranno poi un ruolo di primo piano anche le principali istituzioni scientifiche che si occupano di oceani: ilCnr, l’Ingv, l’Enea, l’Agenzia spaziale italiana – Asi, l’Istituto nazionale di oceanografia e geologia sperimentali – Ogs,che collaboreranno sotto la direzione scientifica del biologo Roberto Danovaro, Presidente di una delle eccellenze nazionali dello studio dei mari e delle loro specie, laStazione zoologica Anton Dohrn. Lospuntoper l’iniziativa è la candidatura della Capitale per ospitareExpo 2030. L’organizzazione, infatti, è affidata all’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore per l’esposizione romana. A livello internazionale sono in molti a giudicarla una mossa diplomatica per assicurarsi il voto favorevole all’assemblea generale delBureau International des Expositionsdelleisole del Pacifico e Atlantico. Sono loro gli Stati che stanno già subendo glieffetti più disastrosi dell’innalzamento degli oceani e della crisi climatica. Infatti,il summit vuole essere un’occasione per riflettere e ascoltarei bisogni e le preoccupazioni dei Paesi sopravvivono (economicamente e non solo) grazie agli oceani. Imari non possono più essere considerati come una mera risorsa da sfruttare, per la pesca, i trasporti navali e il turismo: la sostenibilità e la resilienza degli ecosistemi devono essere al centro del nuovo paradigma di sviluppo delle attività che vi sono connesse, come la produzione di energia o l’approvvigionamento alimentare, secondo i principi dell’economia blu. L’evento di Roma punta afornire proposte e impegni concretida parte della politica e degli scienziati che ben conoscono l’ecosistema marino,in vista della quarta edizione della Conferenza Onu sui piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Si tratterà del primo incontro dopo quello che ha portato alPatto di Samoanel 2014: in quell’occasione, i Paesi partecipanti hanno riconosciuto come climate change e l’innalzamento dei mari rappresenti una minaccia per la sopravvivenza delle isole. A quasi 10 anni di distanza, la situazione non sembra cambiata, anzi è peggiorata. La diplomazia internazionale e i Governinon hanno ancora preso contromisure efficaci per tutelare le zone costiere e i loro abitanti,nonostante le prove scientifiche a sostegno del legame tra surriscaldamento globale e innalzamento delle acque si siano moltiplicate. Oceani in salute e sostenibili, per un futuro equo e prosperoarriverà dopo un importante traguardo: iltrattato Onu sull’alto mare. Tenere vivo il dibattito potrebbe dare nuovo vigore alla proposta delle Nazioni Unite diproteggere entro il 2030 il 30% dei mari.
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