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Libri: istruzioni per l’uso

 

Si possono fare le orecchie ailibri? E sottolinearli? Se sì, rigorosamente a matita (sottile eh) o – orrore, orrore – anche con penna, evidenziatore e pennarello? Strappare i libri è un peccato mortale? A tutte queste domande, che dividono bibliofili dai tempi di Gutenberg, prova a rispondereIl Piccolo Galateo illustrato per l’uso corretto dei libri. Questo volume pubblicato daIl Saggiatore(158 p. 15€), mini solo nel formato, affronta alcune delle più divisive questioni su cui l’umanità sia stata chiamata a confrontarsi, partendo da un assunto che nessun amante della lettura potrà contestare:i libri hanno un’anima. In pochissime pagine, i testi diMarco Didimo Marinoe le illustrazioni diMarco Maldonstoci accompagnano in unviaggio nel meraviglioso mondo dei libri e del rapporto intimo e viscerale che li lega agli umani da cui si lasciano adottare, aiutandoci a imparare qualcosa che, dopo migliaia o milioni di pagine, ancora non conosciamo: farsi capire da loro, per gioire, piangere, ringraziare insieme. Tutto trova una risposta attraverso citazioni – letteralmente – letterarie, curiosità, digressioni storiche, aneddoti e mini-approfondimenti: in che ordine disporli (alfabetico? Cromatico? Per genere?), in che posizione leggerli e sì, persino come non leggerli. L’ergonomia dellettore, ovvero i modi in cui leggiamo – un po’ relax e un po’ equilibrio, ma anche un po’ contorsionismo-kamasutra, del resto qualcuno che di libri se ne intendeva diceva che una notte d’amore è unlibroletto in meno – ci ricorda che, almeno in questo campo, tutte le posture sono consentite senza timore di giudizio, anche se ce ne sono tre più comuni delle altre. Diffuse, ma non prive di errori: per questo,il Galateo ci insegna come realizzarle da veri professionisti delreading time. Soprattutto, però, questo piccolo volume dedica un capitolo all’“onore e alla vergogna” deilibri non letti. Quella pila che tutti i lettori hanno e che li guarda male ogni volta che escono per andare inlibreriao tornano a casa con un nuovo bagaglio di mondi da scoprire. Sembra un dettaglio, ma in un momento storico in cuile persone condividono ostentatamente online il numero di libri lettie il volume delle pagine complessive, quando riduciamo la nostra esperienza come lettori alla capacità bulimica di macinare titoli e titoli, uno dietro l’altro, per allungare la lista e vantarci dei numeri a due o tre cifre dei testi che abbiamo letto in dodici mesi – quandoper essere considerati lettori forti ne bastano 12– ricordarci ilvalore dei libri che non leggiamo, di quell’anti-libreria che ogni lettore inevitabilmente ha, è ricordarci che leggere non è un’attività performativa. Che il verbo leggere, oltre a rifiutare l’imperativo, come ci ha insegnatoPennac, rifugge anche i nostri tentativi di ingabbiarlo in una serie di cifre. E che la crescita infinita, delle pagine come dell’economia, è qualcosa che dovremmo smettere di inseguire. Per questo, descrivendo la vertigine che ci coglie di fronte alla lista dei desideri, quel sentimento di trovarsi di fronte all’abisso che tutti i lettori hanno provato, il galateo si fa zattera per cercare diinsegnarci a navigare lo sconfinato mare di libri che ci circonda. Un mare variopinto e pieno di voci, di cui questo piccolo libro ci ricorda la magia.

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