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I Paesi più sicuri per viaggiatori Lgbtq+? Eccoli

 

«Sono servite più di 400 ore di ricerca per realizzare il reportThe 203 Worst (& Safest) Countries for LGBTQ+ Travel in 2023». A dirlo sono gli autori,LyricandAsher Fergusson, una coppia di giornalisti che gestisceun sito di viaggidedicato alla sicurezza sul quale scrivono: “Abbiamo dato uno sguardo approfondito ai diritti Lgbtq+, Paese per Paese, e raccolto dati da una varietà di fonti internazionali attendibili per creare unindice di pericolo Lgbtq+che ti aiuterà a trovare i Paesi peggiori (e più sicuri) per i viaggi Lgbtq+”. Dal loro lavoro è emersa unaclassifica delle destinazioni più e meno sicure per la comunità arcobaleno, dalla quale i Fergusson hanno realizzato unamappa del mondotinta di fucsia, nero e di tutte le loro sfumature, a seconda del grado di pericolo. Nel giudicare e classificare 203 Paesi si sono basati su 10 fattori, positivi e negativi. Alcuni Stati, comel’Uzbekistan o la Siria, non dispongono di dati sufficienti sulla comunitàLgbtq+, quindi non sono stati inclusi nel grafico dell’indice di pericolo. Tra i criteri troviamo:matrimonio legalizzato tra persone dello stesso sesso, protezioni dei lavoratori Lgbtq+, tutele legali contro ladiscriminazioneanti-Lgbtq+,criminalizzazionedella violenza basata sull’odio, riconoscimento dell’adozione,Gallup World Poll(un sondaggio che tiene conto delle risposte dei cittadini alla domanda “È un buon posto o no in cui vivere per le persone gay e lesbiche?”) e il grado diriconoscimento legalefornitoalle persone transgender. Gli ultimi fattori sono: relazioni e atti Lgbtq+ illegali, propaganda/leggi morali e tassi di omicidi di persone transgender. Il rapporto dei Fergusson, realizzato insieme al ricercatore accademicoEliot Assoudeh, si basa su numerose fonti, tra le quali la OngHuman Rights Watch e ILGA,l’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, and Intersex Association. L’intera classifica è consultabilesul sito di viaggidi Asher e Lyryc, accompagnata da37 consigli sulla sicurezza Lgbtq+condivisi da esperti di viaggi. Prendendo in considerazione i primi 20 Paesi migliori per i viaggiatori Lgbtq+, e i 20 peggiori, partiamo dalle note positive:la medaglia d’oro è del Canada, uno dei primi Stati a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Seguono Svezia, Paesi Bassi, Malta e Norvegia. Al 6° posto Portogallo, poi Spagna, Danimarca, Belgio, Regno Unito, Francia, Islanda, Svizzera, Irlanda, Lussemburgo, Sudafrica, Germania. Chiudono la top-20 Cile, Uruguay e Austria. L’alta posizione in classifica ovviamente non è una garanzia totale enon significa che in questi Paesi non si verifichino delitti e discriminazioni nei confronti della comunità Lgbtq+: persino il Canada ha registrato un tasso di 0,24 omicidi di persone transgender per milione di abitanti negli ultimi 10 anni. L’Italianon si trova in questa zona della classifica: l’analisi dei Fergusson la posizionaal 53° posto, preceduta da Serbia, India, Kosovo, Messico, Brasile e Stati Uniti, solo per citarne alcuni. Ecco le note dolenti: iPaesi peggiori. Partiamo dall’ultimo posto, il 203°,il più sconsigliato per le persone Lgbtq+: il Brunei, una piccola nazione asiatica che si affaccia sul mar cinese meridionale, situata nell’isola del Borneo e circondata dallo Stato malese di Sarawak. Nel 2019, spiega il report, il Paese ha approvatoun nuovo codice penaleche punisce gli atti omosessuali con la morte attraverso la lapidazione. È uno dei pochi Paesi del mondo a prevedere la pena capitale per gli atti omosessuali consensuali. Al penultimo posto troviamo l’Arabia Sauditae risalendo la classifica ci sono Nigeria, Kuwait, Malawi, Guyana, Emirati Arabi Uniti, Malaysia, Sudan, Libia. Poi ancora Yemen, Oman, Mauritania, Somalia, Gambia, Afghanistan, Qatar, Tonga, Tanzania e Sud Sudan. Secondo i Fergusson «114 dei 203 Paesi offrono almeno una qualche forma di protezione legale per le persone Lgbtq+,ma sono 82 quelli che penalizzano gli atti sessuali, l’essere transgender o la diffusione di informazioni sui diritti Lgbtq+. Molti Paesi hanno legislazioni confuse o incoerenti, che consentono protezioni tra alcuni membri della comunità Lgbtq+ mentre penalizzano o danneggiano altri». In quest’area grigia si posizionail Giappone. I giornalisti hanno iniziato a monitorare annualmente i luoghi più sicuri e pericolosi per le persone Lgbtq+ nel 2019: da allora 15 nuovi Paesi hanno legalizzato il matrimonio gay o consentito alle coppie dello stesso sesso di registrarsi come unioni civili e molti hanno depenalizzato relazioni di questo tipo. «Quest’anno sono stati compiuti grandi progressi. – haspiegatoaForbesAsher Fergusson – Tuttavia, altri come la Russia e gli Stati Unitistanno tentando di fare passi indietro, in particolare con il loro approccio alle leggi sulla propaganda e alla legislazione anti-trans. Solo nel 2022negli Stati Uniti sono state proposte oltre 300 leggi anti-Lgbtq+ e anti-trans».

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