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Iran: aumenta sempre di più il numero di studentesse avvelenate

 

Cresce la preoccupazione inIrandovedal 30 novembre si stanno verificando numerosi avvelenamenti ai danni di studentesse. SecondoBBC Persianfino al 26 febbraio sarebbero stati avvelenati circa800 studenti, perlopiù ragazze, mentreHrana, l’agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani, che citaEtemad News, parla di circa1200 studentiavvelenati a scuola nelle ultime settimane. Dalprimo episodio avvenuto nella città di Qom, il fenomeno non accenna a diminuire. Nella sola giornata del1 marzo almeno 26scuolesono state colpite da attacchi chimici, mentre dopo i primissimi avvelenamenti, che costrinsero 18 studentesse al ricovero in ospedale, sempre nella città di Qom, il 4 febbraio più di 100 studentesse di 13 scuole sono state intossicate. Martedì 28 febbraio, invece, come riporta l’agenzia di stampa affiliata allo statoTasnim, nella scuola femminile Khayyam della città diPardis, provincia di Teheran, un elevato numero distudentessesono state avvelenate e 35 di esse hanno necessitato del ricovero. Eventi simili si sono poi verificati in molte altre città, tra le qualiArdabil, Shahinshahr, Karaj e Kermanshah. Sulla vicenda è intervenuto per la prima volta il 1 marzo ilpresidente Ebrahim Raisiche stando all’agenzia di stampa del regimeIrnaavrebbe ordinato alle autorità di indagaree chiesto al ministero dell’Interno, della Salute e all’Intelligence di rilasciare prontamente i risultati delle indagini. Prima di quel momento il presidente, nonostante la gravità della situazione, non aveva mai commentato gli avvelenamenti. Fino a oradai test tossicologicieffettuatinon sono stati identificati né microbi né virus. Molte delle ragazze intossicate riferiscono di aver sentito, prima di stare male, odore di candeggina, menta, frutta marcia ogas, per questo si pensa che in questa serie di intossicazioni possa essere coinvolto in qualche modo il gas, un’arma molto usata dagli agenti di sicurezza. A parte svolgere i test,durante questi mesi le istituzioni iraniane hanno trattato superficialmente il problema. Basti pensare che, come riferisceIran International,il ministro della Sanità Bahram Einollahi, dopo una visita alle studentesse avvelenate a Qom, il 15 febbraio, dichiarò che «l’avvelenamento era di natura lieve», eche i sintomi includevano debolezza muscolare, nausea e stanchezza e nulla di più serio. Stando all’agenzia di stampaTasnim, inoltre, sempre il ministro riferì che «scoprire come è stato prodotto il veleno, e se è stata una mossa deliberata non rientra nei doveri del ministero». Se Bahram Einollahi definì questi avvelenamenti lievi,le testimonianze di alcune ragazze intossicatecontraddicono le sue parole. «Dopo 20 giorni percepisco ancora un po’ di debolezza alle gambe, e ho problemi a muoverle», ha raccontato una studentessa aRadio Farda; mentre allaCNNla madre di un’altra vittima ha detto: «una delle mie figlie è stata avvelenata a scuola la scorsa settimana, e ora ha problemi con il piede destro e ha difficoltà a camminare», aggiungendo che la ragazza aveva avuto nausea, difficoltà nel respirare, e intorpidimento alla gamba sinistra e alla mano destra. Seppur smentita dalle autorità governative e dai media statali come causa di morte, in questi giorni è arrivata anche laconferma del decesso per avvelenamento di una studentessa, Fatemeh Rezaei, di 11 anni, avvelenata e morta a Qom il 26 febbraio. A intervenire sulla questione degli avvelenamenti è stato anche ilministro dell’Istruzione, Youssef Nouriche, a metà febbraio haprovato a silenziare la vicendasostenendo che le ragazze che erano state portate in ospedale soffrissero in realtà di altre patologie, e che era stato proprio l’allarmismo mediatico a far scaturire la maggior parte dei sintomi, riconducibili allo stress. Di diversa opinione è invece ilvice ministro dell’Istruzione Younes Panahiche domenica ha asserito che l’avvelenamento seriale di studentesse nella città religiosa di Qom e in altre città è stato intenzionale e motivato dall’obiettivo di chiudere le scuole femminili. Si ipotizza che questi attacchi siano opera di fanatici religiosi ma proprio in queste ore, riporta Iran International, il sindacato degli insegnanti, Iran Culture House, genitori, attivisti e moltissimi cittadini rivendicano giustizia e incolpano il governo di voler silenziare gli studenti, in particolar modo le studentesse, definendo questi attacchi come bio-terrorismo.

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