Sono anni che si cerca di raggiungere un punto di equilibrio nellagestione delle concessioni balneari,tra il rispetto della libera concorrenza e gli investimenti redditizi effettuati dai concessionari. Il nocciolo del problema è racchiuso proprio qui. Nel2006l’Unione Europea ha emanato la famosaDirettiva Bolkestein,secondo la quale concessioni e servizi pubblici devono essereaffidati ai privatitramite gare pubbliche aperte a tutti gli operatori presenti sul mercato. Una disposizione fortemente in contrasto con quanto succede oggi nelle spiagge italiane. Ecco perché ilDecreto Milleproroghe, che prevede un ulteriore rinvio della messa a gara delle concessioni fino a dicembre del 2024 (con la possibilità di estenderlo di un altro anno in caso di necessità),preoccupa l’Ueal punto cheSonya Gospodinova, Commissaria europea per il mercato interno, ha definito questa decisione come«inquietante». In realtà, il decreto è stato firmato con riserva dal Presidente della RepubblicaSergio Mattarella, il quale ha inviatounalunga letteraai Presidenti di Camera e Senatoevidenziando, proprio in riferimento alle concessioni, “profili di incompatibilità con il diritto europeo”,oltre che la necessità da parte del Governo di intervenire per assicurare il rispetto delle normative in termini di libera concorrenza. L’Unione ha già aperto nel 2020 una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata applicazione delle norme Ue relative alla concorrenza. Per questo, la Commissaria si dice pronta amonitorare la situazione per comprendere la direzione che verrà presa.Un’attenzione che l’esponente di Forza Italia e Vicepresidente del SenatoMaurizio Gasparridefinisce come una «ossessione manicale», sottolineando la presenza di altri argomenti che dovrebbero essere prioritari per l’Unione. Gasparri, infatti, pone l’accento sull’assenza di “risorse scarse”(casistica in cui la Direttiva Bolkestein potrebbe non essere applicata) epunta il dito verso i giganti della rete,comeAmazon, che alterano il mercato ogni giorno. Insomma, una situazione inaccettabile per il Vicepresidente, che evidenzia la strategicità della categoria che meriterebbe di essere tutelata pagando sì, il giusto, ma senza essere espropriata. Durante l’assemblea diAssobalneari-Confindustria, Cna BalnearieBase Balneare,Fabrizio Licordari, Presidente diAssobalneari-Confindustria,ha sottolineato che «se si vuole davverogarantire la concorrenza, ci sonomigliaia di chilometri di litoraliconcedibili per avviare nuove imprese, senza espropriare quelle esistenti»; Giorgio Fede, del Movimento 5 Stelle, ha riconosciuto la necessità di muoversi vero un sistema di gare pubbliche. Le strade percorribili, secondo Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia, sono solamente 3:verificare tramite la mappatura se c’è scarsità di risorsee, qualora fossa così, escludere le concessioni presenti dalle gare;attuare una diversificazione tra le concessioniapplicando la messa a gara solamente per quelle successive al 2009, anno di recepimento in Italia della Direttiva Bolkestein; l’ultima opzione, invece, si baserebbe su una legge del 1993 secondo la quale la concessione potrebbe essereprorogata fino a 20 anni in base agli investimenti effettuati. Non resta che attendere le decisioni del Governo, se e come deciderà di correggere il decreto. Certo è che la pressione è alle stelle e una nuova prova è in atto per la Presidente Meloni, già impegnata a far quadrare i conti pubblici a causa dei crediti daSuperbonus.
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