Il 10 febbraio è iniziato, alla Corte d’Assise Reggio Emilia, ilprocessoperl’uccisione di Saman Abbas, la diciottenne pakistana scomparsa il 30 aprile 2021 a Novellara e ritrovata morta il 19 novembre 2022 nello stesso luogo. Sul banco degli imputati,il padre Shabbar Abbad, la madre Nazia Shaheen, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che l’avrebbero uccisa dopo il suorifiuto a un matrimonio combinato. Questa la tesi dell’accusa, in un processo che nonostante le dichiarazioni del fratello minore della vittima, che individua nello zio e nei cugini gli assassini e nei genitori i mandanti, si preannuncia lungo e non certo semplice. Ma in attesa di sapere quali saranno gli sviluppi giudiziari, facciamo un passo indietro e cerchiamo di ricostruire la vicenda.Chi era Saman Abbas? Saman era un’adolescentecome tante.Spensierata, allegra, bella, e come ogni ragazza della sua etàaveva sogni, ambizioni e tanta energia proiettata verso il futuro. Le foto che postava sui social – e che sono state diffuse talmente tante volte da diventare ormai familiari – la ritraevano con un sorriso smagliante e gli occhi entusiasti, incupiti però da un dolore non trascurabile: quello divivere in una famiglia che voleva per lei un destino già prestabilito. Leragazze pakistanenon possono avere grilli per la testa, non devono studiare e men che meno ambire all’indipendenza economica o a una carriera.Devono solo sposarsi,e così avrebbe dovuto fare anche Saman, promessa sposa di un cugino pakistano molto più vecchio di lei e mai visto prima.Un matrimonio combinato nel Paese che, insieme alla famiglia, aveva lasciato nel 2016 e al quale, la famiglia stessa, avrebbe voluto rispedirla, soffocando sul nascere la sua voglia di libertà. Portava ijeans, le magliette corte, si truccava, rifiutava il velo islamico eaveva un fidanzatoscelto da lei. Nell’autunno 2020, quando era ancora minorenne, era stataallontanata da casadai servizi sociali, dopo aver denunciato i genitori che volevano costringerla a sposarsi. Affidata per un breve periodo a una struttura protetta nel bolognese, l’11 aprile 2021 eratornata a casa per recuperare il passaportoche le sarebbe servito per fuggire. Era rimasta lì alcuni giorni, convinta dalla madre che le acque si fossero calmate, ma dopo poco si sono perse le tracce della ragazza. È statoil suo fidanzato, Saqib Ayub, a denunciarne la scomparsa, raccontando ai carabinieri di aver ricevuto un suo messaggio vocale intorno alle 23:30 del 30 aprile 2021, in cui diceva di avere timore per la propria vita, di aver sentito i genitori parlare di un piano per ucciderla e di avvisare le forze dell’ordine se non l’avesse risentita entro 48 ore. Quando i carabinieri hanno bussato alla porta di quel casolare di Novellara, però, era ormai troppo tardi:Saman era mortae i genitori fuggiti inPakistan, parlando di un allontanamento volontario. Una storia che ha retto poco, visto che il 7 giugno loro e altri familiari sono stati iscritti nel registro degli indagati peromicidio in concorso e occultamento di cadavere. A far scattare le accuse2 filmati: nel primo, datato 29 aprile 2021, si vedono 3 persone incappucciate camminare poco dopo le 19:30 verso l’azienda agricola dove lavorava il padre di Saman, con un secchio, una pala e un piede di porco; il secondo, del giorno seguente, mostra i genitori della ragazza dirigersi nella stessa direzione con lei e tornare senza. Per gli investigatori, quei frammenti immortalarono gli attimi prima della preparazione della buca nella quale sarebbe stata sepolta e quelli prima della sua uccisione. Ilcadaveredi Saman Abbas è stato cercato ovunque e alla fine ritrovatoa meno di un chilometro di distanza dalla casa dellafamiglia. Alla prima udienza del processo erano presenti lo zio e i cugini. Assenti la madre, ancora latitante, e il padre, arrestato lo scorso novembre in Pakistan. Nonostante a settembre l’allora ministra della GiustiziaMarta Cartabiaavesse firmato le domande di estradizione per lui e la moglie, le autorità del Paese continuano a far slittare la decisione, al punto da spingere il ministro in caricaCarlo Nordioa chiedere la partecipazione dell’uomo alle udienze in videoconferenza. Il nome di Saman Abbas allunga la lista deifemminicidiche in Italia ogni anno raggiunge numeri sempre più spaventosi. E ci parla di tante cose: di una ragazza che voleva solo vivere, di genitori che preferiscono far ammazzare una figlia piuttosto che vedersi macchiati dal disonore della disobbedienza e di unacultura patriarcaleche schiaccia, fino a uccidere, chi ambisce alla libertà.
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