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Treni: la transizione ecologica è troppo lenta

 

Transizione ecologica nei trasporti? Italia, non ci siamo. Questo è il quadro che emerge dal nuovo rapporto “Pendolaria”del2023,redatto daLegambiente. Nel documento si evidenzia lamancanza dei treni necessari per soddisfare l’utenza, i costanti ritardi o soppressioni delle corse, la mancanza di nuove tratte ferroviarie, i continui disagi per i pendolari e un quadro notevolmente deteriorato soprattutto nel Sud Italia. Un mix di problemi che porta la nazione a essere indietro rispetto agli altri Paesi europei sul trasporto su ferro. Invece di investire su nuove linee, dal 2010 al 2020si è preferito privilegiare il trasporto su gomma, con la costruzione di 310 km di autostrade e altre migliaia di km di strade nazionali, rispetto ai 91 km di metropolitane e 63 km di tranvie. Aumentando ulteriormente l’inquinamento, le emissioni di gas alteranti e una pesante cementificazione di diverse parti d’Italia. I fondi delPnrrsono insufficienti per la transizione necessaria eLegambientesuggerisce di destinare 500 milioni di euro l’anno perrafforzare il servizio ferroviario regionalee 1,5 miliardi perrealizzare nuove linee metropolitane, tranvie e linee suburbane. In sintesi,2 miliardi di euro all’anno fino al 2030: «Il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, deltaglio delle emissioni del 55% entro il 2030e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile dioltre 1/4 delle emissioni climalteranti italianeche, in valore assoluto, sono addiritturacresciute rispetto al 1990. Per questo è fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la “cura del ferro” del nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina», hadichiaratoStefano Ciafani, presidente nazionale diLegambiente. I dati specifici riguardanti la situazione della regione Lombardia sono stati poiillustratiin un incontro pubblico aCascina Nascostadi Parco Sempione, a Milano, nella mattinata di mercoledì 22 febbraio. La presidente diLegambiente LombardiaBarbara Meggetto ha introdotto la tematica e i vari ospiti, partendo da Gabriele Nanni dell’ufficio scientifico diLegambiente, che ha illustrato le condizioni preoccupanti del sistema ferroviario lombardo. A seguito della pandemia, dal 2019 al 2021 si èregistratouncalo del 30,5% di viaggiatori su i treni regionali, e per il 2022 è stato stimato che 1 utente su 5 ha abbondato il treno. Sia per effetto dellosmartworkingche per ilritorno all’uso dell’automobile. Le linee più carenti della regione sono concentrate nel pavese, mentre la linea Milano-Mortara risulta fra le peggiori in assoluto in Italia. Il tratto da Albairate a Mortara, di circa 26 km, è tuttora a singolo binario dopo oltre 150 anni, dall’inaugurazione nel lontano 1870, mentre continuano a mancare i finanziamenti per il raddoppio. Nel dibattito sono poi intervenuti Franco Aggio, dell’associazioneMiMoAl, Stefano Marchionna e Andrea Mazzuccotelli, che hanno delineato i problemi presenti nelle varie province, fra disservizi, mancanza di corse frequenti, bus sostitutivi non funzionanti e treni nuovi con il pesante difetto di essere poco capienti. Successivamente Antimo De Col, presidente diFederconsumatori Lombardia,ha elencato i dati dell’indagine “Il servizio lombardo funziona?”, che mostrano la composizione dei pendolari, le tratte principali, gli orari interessati, ma anche l’opinione prevalentemente negativa dei viaggiatori diTrenord. I quali bocciano il servizio ferroviario offerto, soprattutto a causa deiritardi,soppressioni,affollamentiemancanza di pulizia su i vagoni. Elencate infine varie soluzioni che potrebbero migliorare la qualità e l’efficienza del servizio nei prossimi anni. L’incontro si è chiuso con un auspicio di Federico Del Prete, responsabile dellaMobilità Legambiente Lombardia, il quale ha affermato che «il trasporto collettivo è il futuro. È il futuro non solo delle transizione ecologica, ma anche dell’innovazione economica, dell’innovazione sociale. Noi dobbiamo recuperare il senso di comunità. E non c’è cosa come il trasporto collettivo che ci farà fare questo salto».

Redazione

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