Categories: Diritti

Le ragazze americane non stanno bene

 

LaYouth Risk Behavior Survey, condotta daiCenters for Disease Control and Prevention(Cdc) -che analizzano, tra le tante cose, iproblemi sociali tra i giovaninegli Stati Uniti – ha evidenziato chele ragazze dei licei americani sono “inghiottite da una crescente ondata di tristezza, violenza e traumi”. Tra le intervistate, quasi1 su 3ha dichiarato diaver pensato al suicidio, quasi il15%ha raccontato di aversubito violenze sessuali,circa6 ragazze su 10hanno rivelato di aver smesso di svolgere determinate attività perché si sentivano“persistentemente tristi o senza speranza”. Dopo aver visionato il report, il Segretario dell’Istruzione degli Stati Uniti d’America, Miguel Cardona, ha definito questasituazione “allarmante”.Ma a lanciare un campanello non sono soltanto le ricerche: le ragazze statunitensi stannodiffondendo messaggi online,raccontando che cosa succede nel momento in cui si cresce nella cultura dei social media, constandard dibellezzaimpossibili e insopportabili,odio online,pressioni accademichee difficoltà economiche. Inoltre, la pandemia, con la didattica a distanza e l’isolamento sociale, ha peggiorato ulteriormente la situazione. La 17enne dellaBronx High School of Science di New York, Najiha Uddin, ha dichiarato alWashington Postche esiste unostandard di bellezza biancodiffuso dai media mainstream che fa sentire lei e le sue amiche a disagio. La 14enne Garvey Mortley, del Maryland, ha detto di essere stata presa in giro a causa dei suoi capelli e che subisce ancora micro aggressioni. «Ilrazzismopuò essere unfattore di stressper la depressione o la sua causa», ha poi aggiunto. Una ragazza di 16 anni del Massachusetts,Sophie Nystuen,ha raccontato al quotidiano statunitense di aver creato unblogper permettere alle sue coetanee dicondividere storie in anonimo. La maggior parte di loro ha scritto diaver subitoviolenze sessuali.«Ogni volta che ci ho provato, la mia gola sembra chiudersi, i miei polmoni dimenticano come respirare – si legge in un post anonimo del blog – Sono stata stuprata». Non è un caso che le ragazze abbiano scelto di raccontare la propria storia in anonimo. Ilvictim blaming- atteggiamento di chi ritiene la vittima di un crimine responsabile di ciò che le è accaduto – è molto diffuso e, in una cultura dominata dagli uomini, le ragazze possono pensare che ci sia«qualcosa di sbagliato in loro»e «essere inclini aauto incolparsi»: queste sono le parole dello psicologo diHarvard, Richard Weissbourd. Moltissime ragazze in tutto il Paese hanno raccontato di vivere in un contesto in cui sono continuamentevittime di slut-shaminge che assistono, spesso, a scene in cui i ragazzi salutano le ragazze a scuola con insulti sessisti, in base a ciò che indossano. In particolare, una 14enne del Maryland, Tulip Kaya, ha raccontato al quotidiano chea scuola le ragazze ricevono «fischi» e «commenti inaccettabili»sul loro seno e foto di peni non richieste dai ragazzi. Una 13enne della Georgia – che ha chiesto di rimanere anonima – ha raccontato diaver subito molestieda un ragazzo e chenessuno le ha creduto.Alla fine ha dovutochiedere di seguire le lezioni a distanza. Ansia,depressione,paure, violenze, traumi: le ragazze ce lo raccontano, ma quando inizieremo a credere a ciò che dicono?

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