Gli ultimi datiIstatci permettono di iniziare a tirare le somme sugliscambi commerciali del 2022,restituendoci buone e cattive notizie. Via il dente, via il dolore: iniziamo dalle seconde.L’Italia ha chiuso il2022con un disavanzo commerciale di 31 miliardi di euro:tra le cause principali, l’aumento del costo dell’energiache ha segnato meno 111 milioni di euro rispetto ai meno 48 milioni dell’anno precedente. A risollevare le cifre è stato invece lo scambio dei prodotti non energetici che ha segnato un avanzo di oltre 80 milioni di euro, anche se nel 2021 se ne registravano circa 8 milioni in più. Il valore delleimportazioniha superato i 655 miliardi di euro, con circa175 miliardi in più del 2021,con i prezzi che a dicembre sono diminuiti dell’1,6% su base mensile e aumentati dell’11,3% su base annua. Allo stesso tempo, anche leesportazioni sono cresciute,segnando valori da record. Nel mese didicembrequeste hanno avuto un incremento del13,5%- ovvero circa 52 miliardi di euro – arrivando a un aumento totale nel2022di circa il20%. Dicembre si è confermato come il 14° mese consecutivo in cui le esportazioni italiane sono aumentate: per trovare dati in negativo dobbiamo, infatti, tornare a febbraio 2021. Il valore dell’export Made in Italyha raggiunto, dunque, cifre da record, pari a 625 miliardi di euro, ben100 miliardi in più del 2021. I meriti di questo aumento sono in parte da attribuire all’incremento dei valori medi unitari delle merci vendute – +20% – mentre le quantità sono rimaste invariate. Questi risultati ci permettono di classificarci tra i migliori in Europa:laFranciarimane ferma a una crescita del 18%, mentre èin grande difficoltà laGermania. Quest’ultima, con un incremento di circa 13 punti percentuali, ha registrato uno dei valori peggiori in Europa anche a causa del settore automobilistico – uno dei comparti trainanti per l’economia tedesca – che ha chiuso il 2022 con 840.000 vetture scambiate in meno. Le nostre esportazioni sono cresciute, invece, del 20% sia verso l’Unione Europea che verso i Paesi extra Ue. All’interno dell’Unione, l’Italia ha venduto quote per circa il 52%, la Francia per il 56% e la Germania per il 55%. Diminuiti, senza grandi sorprese, i rapporti con la Russia, mentre è stata registrata una crescita quasi nulla con quelli cinesi, complici le politiche di chiusura anti Covid applicate dal Paese. Ottimi i risultati dell’export per tutta la filiera manifatturiera italiana:solo ilsettoreautoha avuto alcune difficoltà, anche se gli ultimi dati suggeriscono una realtà inlenta ripresa. Bene per il settore farmaceutico e medicale – la cui crescita ha superato il 40% – per i prodotti petroliferi raffinati – +80% – ma anche per metalli, prodotti alimentari, tessili e chimici. In linea di massimaquasi tutti i comparti industriali hanno fatto registrare 10 miliardi di euro in più rispetto al 2021.In un clima inevitabilmente ostile a causa dell’inflazione e del caro vita, ilMade in Italymostra i denti e si difende sui mercati internazionali, portando a casa dei risultati che, nonostante tutto, possono definirsi positivi.
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