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Superbonus: cambia tutto

 

È arrivata la firma di Sergio Mattarella suldecreto-leggeche riguarda lo stop alle cessioni del credito sulSuperbonuse su tutti ibonus edilizi. Un decreto nato in pochissimo tempo, necessario per «fermare una situazione quasi fuori controllo», ha dichiaro il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ci sono infatti in ballo quasi120 miliardi di euro,che corrispondono all’ammontare dei crediti di imposta, quasi 2.000 a testa per ogni cittadino: per questo motivo, è necessario un intervento tempestivo o si rischia di creare un “buco” nelle casse dello Stato. Al 31 gennaio 2023,i lavori ammessi con il Superbonus erano 372.303, per un valore di71,7 miliardi di euro sulle spalle dello Stato,a cui vanno poi aggiunti anche gli altri bonus edilizi. Inizialmente, infatti, le stime calcolavano un valore totale – superbonus + altri bonus edilizi – di 72,3 miliardi, contro i 120 effettivi. Giorgia Meloni ha voluto sottolineare che la situazione creatasi non è responsabilità di questo Governo ma «di chi ci ha preceduto», facendo un chiaro riferimento a Giuseppe Conte e a tutto il Movimento 5 Stelle che hanno raccontato «che si potevano ristrutturare gratis i condomini, unagrave mancanza di responsabilità». Cosa cambia? Dall’entrata in vigorenon sarà più possibile usufruire dello sconto in fatturané dellacessione del creditoper coloro che spenderanno in nuovi interventi edilizi.Rimane soltanto la detrazione fiscalenella dichiarazione dei redditi. Andiamo nel dettaglio: se ilavorisono già stati avviati ed è stata effettuata almeno una cessione a Sal – Stato di Avanzamento dei Lavori, almeno al 30% – il cantiere potrà essere concluso senza problemi. Se si è già presentata laCilas-Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata Superbonus – ma gli interventi ancoranon sono stati avviati,si rischia di non trovare disponibilitàda parte delle banche. Infine, chi non ha iniziato i lavori perché non ha ancora presentato laCilasnon potrà usufruire del Superbonus. Reazioni e polemiche Diverse le reazioni dell’opposizione: da una parte abbiamoPdeM5Sfortemente contrarial decreto-legge, con Stefano Bonaccini che rimarca la gravità della situazione delle famiglie italiane con tantissimi lavoratori che rischiano di rimanere a casa, e Giuseppe Conte che definisce il provvedimento come «un colpo mortale all’edilizia e una presa in giro»; dall’altra, il leader di AzioneCarlo Calenda, si schiera dalla parte di Giorgia Meloni:«il decreto è totalmente condivisibile». La stessa maggioranza sembra essere spaccata,con Maurizio Gasparri (FI) che si allinea con il grido d’allarme lanciato dall’opposizione. Avanzano critiche ancheAnce(Associazione Nazionale Costruttori Edili),Cna(Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese)eConfartigianato, che sottolineano come questo provvedimento rappresenti un ennesimodurissimo colpo per le famiglie e le imprese.Si rischia, infatti, di far fallire oltre 25.000 aziende. AncheAnaci(Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) si accoda alla polemica, sostenendo la criticità della situazione e il rischio di avere «90.000 cantieri fermi e oltre 150.000 lavoratori bloccati», come ha dichiarato Francesco Burrelli, Presidente dell’associazione. E all’accusa di aver bloccato le Regioni, che potevano scendere in campo per aiutare imprese e famiglie, il Ministro Giorgetti risponde di aver preso questa decisione perevitare un impatto ancor più grave sul debito pubblico italiano.Nonostante questo, il Ministro rassicura che il Governo farà di tutto per aiutare famiglie e imprese.

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