Le previsioni si sbagliavano ela crisi economica russa, attesa nel 2022,non è arrivata.Al momento dell’invasione dell’Ucraina, la Russia godeva di unavanzo di bilancio da 20 miliardi.Nel corso del 2022, questo avanzo si è andato poi a ridurre, rimanendo comunque alto rispetto ad altri Paesi. Allo stesso tempo, il Pil si è contratto, ma solo del 3%, quindi in misura minore rispetto alle aspettative. A spiegare le motivazioni della tenuta dell’economia russa è l’economista russoOleg Itskhoki, professore allaUniversity of California, in un articolo pubblicato suRE:Russia. Grazie all’avanzo commerciale della Russia,l’impennata dei prezzi e gli 8 pacchetti di sanzioni imposte al Paese non hanno generato una crisi finanziaria.Le esportazioni hanno provocato un afflusso di denaro senza poterlo poi spendere nell’importazione: in questo modo non si è verificato alcundeficit finanziario. Per queste ragioni, spiega Itskhoki, Putin non si è sentito obbligato a dover introdurre misure più severe ed è riuscito a sostenere la domanda e le imprese attraverso il flusso finanziario proveniente dalla vendita di gas e petrolio. Quindi, l’avanzo commerciale -situazione in cui i beni esportati superano quelli importati- e l’avanzo di bilancio – ilsaldo contabile positivo che risulta dai flussi di entrate e usciterilevati – hanno permesso alla Russia dievitare la crisi nel2022e di subire solamente unacontrazione del Pil. L’andamento non smentisce, però, l’efficacia delle sanzioni. Dopo aver imposto restrizioni sulle importazioni, l’Ue ha preso ulterioriprovvedimentiriguardo l’esportazione di energiada dicembre, per questo ancora non si è potuta verificare la loro utilità: dal 5 dicembre 2022,l’Ue ha vietato il trasporto marittimo di petrolio greggio russo. La Russiainizierà probabilmente a vivere una vera e propria crisi nel2023:il declino delle esportazioni e l’aumento delle importazioni porteranno a unasvalutazione del rublo. La discesa è già cominciata. Come riportato dal quotidiano russoKommersant,il ministero delle Finanze ha pubblicato pochi giorni fa gliesiti dell’ultima esecuzione del bilancio federale:il deficit a gennaio 2023 ha raggiunto1,7 trilioni di rubli- 25 miliardi di dollari, più di 23 miliardi euro – mentrele entrate provenienti dall’esportazione di petrolio e gas sono scese del 46%e le spese sono aumentate del 59%. L’aumento è stato generato da una crescita delle spese di bilancio e da una diminuzione delle entrate, causate anche da un calo di entrate legate al petrolio e al gas. Secondo le proiezioni dellaWorld Bank,delFondo monetario internazionale(Fmi)e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico(Ocse),il Pil russo continuerà a contrarsi nel 2023:nell’ipotesi più favorevole è previsto un calo del 2,3% annuale, del 5,6% nel caso peggiore. Ma non è finita qui: è anche prevista per quest’anno unariduzione delle esportazioni,mentre le importazioni dovrebbero essere superiori a quelle del 2022.
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