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Panchina anti emissioni e… piccole grandi idee per il Pianeta

 

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso“There is no planet B”. Già, non esiste un pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno. Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali einvenzioni eccezionali ed ecosostenibili.Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario. Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta – ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita – allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccoltole migliori invenzioni che possono aiutare la Terrache abitiamo. Tu sei dei nostri? LIQUID 3 LIQUID3è un’invenzione di Ivan Spasojevic, professore di Scienze biofisiche presso laUniversity of Belgrade,che ha sviluppato uno strumento in grado diridurre le emissioni di gas serraemigliorare laqualità dell’arianelle città. Si tratta di un elemento di arredo urbano costituito da una panca per il riposo dei cittadini, da un pannello solare che illumina l’installazione anche la notte e permette la ricarica di dispositivi elettronici attraverso i caricatori messi a disposizione e da600 litri d’acquaall’interno dei quali sono immersemicroalghe, fondamentali per legare l’anidride carbonica eprodurre ossigeno puroattraverso la fotosintesi. In questo modo, quindi, attraverso questa installazione, è possibile purificare l’aria urbanatrasformando la CO2 in O2. Le microalghe contenute inLIQUID3sono in grado di sostituire 2 alberi di 10 anni o 200 metri quadrati di prato e, se è vero che sia gli alberi che l’erba eseguono la fotosintesi e legano l’anidride carbonica, il vantaggio delle microalghe è che sono da10 a 50 volte più efficienti degli alberi. L’invenzione, che tradotta prende il nome di “albero liquido” costituisce ilprimo foto bioreattore urbano della Serbiaed è installata di fronte al Comune di Stari Grad in Makedonska Street a Belgrado, un’area urbana trafficata dove le emissioni di CO2 sono le più alte. Il team che ha lavorato al progetto spera ora di poter riuscire a costruire nuove installazioni in vari punti del Paese, lì dove non c’è spazio per piantare alberi, ma l’inquinamento è eccessivamente elevato. XTrude Zero Sono trascorsi 3 anni dall’esplosione della pandemia da Covid-19 e, se qualcuno chiedesse qual è la prima cosa che ci viene in mente ripensando a quei mesi, certamente la risposta più quotata sarebbe: lamascherina! Centinaia, migliaia, milioni di tonnellate di mascherine usate sono andate ad aggiungersi all’infinità di rifiuti prodotti quotidianamente, con unadifficoltà di smaltimentonon da poco. È a partire da queste considerazioni che Mike Ryan e Aleksandr Trakul, studenti dellaWarsaw University of Technology(Polonia), hanno inventatoXTrude Zero, una macchina chedisinfetta e ricicla le mascherine chirurgiche a 3 strati usatetrasformandole in un pellet polimerico riutilizzabile. Le maschere vengono prima inserite nella macchina una a una e posizionate direttamente su un nastro trasportatore. Successivamente, una serie di tamburi di rotolamento muniti di lame tagliano i lati della maschera precedentemente saldati e mentre la maschera si sposta lungo il nastro trasportatore, tre tamburi rotantirimuovono gli stratidelle maschere uno per uno (ogni strato è di plastica diversa). Gli strati separati vengono quindi triturati, raccolti in un contenitore cilindrico e alimentati da una vite senza fine in un elemento riscaldante. Come risultato di questo processo, si forma un filamento continuo che viene, successivamente, tagliato in piccoli segmenti uguali creandopellet. La macchina è stata pensata in un’ottica, oltre che di sostenibilità, anche diaccessibilità: presenta, infatti, dimensioni talmente ridotta da poter essere collocata praticamente in qualsiasi spazio pubblico rendendosi accessibile al grande pubblico per lo smaltimento delle mascherine. Plastic scanner Problemi con il riciclo?Plastic Scannerè la tecnologia che tutti dovremmo avere a portata di mano. Nato dagli studi di Jerry De Vos, uno studente dellaDelft University of Technology,Plastic Scannerè unoscanner portatilea basso costo che ti dice subito di che tipo di plastica è composto un prodotto, ottimizzando lo smistamento dei rifiuti. Lo strumento si compone didue semplici elementiper un utilizzo alla portata di tutti: una scheda breakout da assemblare e le istruzioni su come trasformarla in un dispositivo portatile. Il principio di funzionamento si basa sulla tecnologia dellaspettroscopia infrarossa discretache permette di identificarediversi tipi di plasticae riciclarli o smaltirli nel modo più opportuno. Il suo utilizzo è molto semplice: basta appoggiarlo sulla plastica da analizzare e lui segnala da quali materiali è composta, permettendo di riconoscerla e identificare se e come è riciclabile.

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